Sono ore drammatiche per Maria Antonietta Rositani, la 42enne di Reggio Calabria ricoverata al policlinico di Bari dal 12 marzo scorso ossia da quando l’ex marito, Ciro Russo, ha tentato di ucciderla dandole fuoco con della benzina. Le sue condizioni sono peggiorate precipitosamente e i medici del nosocomio pugliese hanno disposto il trasferimento in terapia intensiva, reparto che aveva lasciato solo l’otto giugno scorso dopo ben tre mesi di osservazione continua a causa delle gravi ustioni riportate. Alcune complicazioni gastrointestinali hanno indotto i medici anche ad applicarle un sondino nasogastrico. Vista la situazione delicata è stato immediatamente informato e interessato il dottor Giulio Maggio, il capo dell’equipe specialistica che l’ha in cura. Adesso la donna dovrà essere sottoposta ad altri esami che hanno lo scopo di farle superare queste problematiche gastrointestinali in modo che possa ritornare anche ad alimentarsi autonomamente.

 

È anche la sua condizione psicologica a far preoccupare sia i medici che i familiari, soprattutto il padre Carlo. Da quattro mesi Maria Antonietta Rositani è costretta a subire continui interventi e medicazioni, a causa delle gravi ustioni riportate, e a combattere sempre con dolori fortissimi e febbre. Tutto questo lontano dai suoi due amati figli, Annie e William, e dai suoi affetti più cari.

Il dolore di papà Carlo

«La vera fortuna è rientrare a casa la sera e avere la possibilità di cenare insieme alla propria famiglia» - diceva così solo ieri Maria Antonietta in un video postato dal padre dove dal letto di ospedale si è lasciata andare ad alcune riflessioni. «Sono arrabbiatissimo e molto deluso - ha detto alla nostra testata papà Carlo - non mi dò pace per quello che mia figlia, la mia adorata bambina, sta passando da quel 12 marzo. E ancora non sappiamo neanche il perché non è stata impedita questa tragedia. Nessuno ancora ci ha detto, nessuno ci ha fornito le giuste spiegazioni, sul perché il mio ex genero, indisturbato, è riuscito a compiere il suo piano criminale fuggendo da Ercolano, e arrivando fino a Reggio Calabria, per attentare alla sua vita. Mia figlia aveva denunciato, aveva trovato la forza di rivolgersi alle forze dell’ordine, e adesso si ritrova nuovamente in terapia intensiva. Mi chiedo ancora il perché sia accaduto tutto questo ad una donna bellissima, ad una mamma amorevole e ad una figlia meravigliosa. Ancora nessuno ci ha spiegato - ha concluso- perché dopo che i genitori di Russo hanno avvisato i Carabinieri dell’evasione del figlio, gli stessi non hanno provveduto a contattare le forze dell’ordine reggine. È stata mia figlia, fatto questo gravissimo, a chiamare la Polizia dicendo che Russo la stava aggregando in via Frangipane. Tutto ciò è assurdo».

 

Adesso ad assisterla oltre al padre c’è anche il fratello Danilo, giunto da Reggio Calabria. Un calvario continuo per lei e la sua famiglia che dopo un mese di leggera tranquillità adesso li fa ripiombare nuovamente nella disperazione. Domani doveva essere una domenica di festa per Maria Antonietta. Dalla città dello Stretto, insieme alla madre Maria Grazia e all’altro fratello Danilo, sarebbe dovuta andare a trovarla anche la sua amata nipotina. Non ci sarà la festa, non ci sarà la sorpresa, ma ci saranno solo le preghiere dei suoi cari, e le attenzioni dei medici, che in queste ore difficilissime hanno nuovamente scosso la vita di tutti.

 

LEGGI ANCHE: