Il velivolo è in manutenzione da venerdì scorso e il dottor Gagliardi ha deciso dunque di manifestare simbolicamente: «Non hanno mandato il muletto, situazione pericolosissima» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Per protesta al centro della pista. Pasquale Gagliardi, medico di bordo dell’Elisoccorso che opera su Cosenza e le altre basi calabresi, ha deciso di occupare simbolicamente il luogo di atterraggio e decollo dello stesso. Il motivo è semplice: il mezzo è in manutenzione da venerdì scorso e non ne è stato mandato uno in sostituzione momentanea. Della situazione incresciosa si è fatto carico in prima persona sensibilizzando gli enti competenti a mezzo social. Sul suo profilo, infatti, da diversi giorni urla tutta l’incredulità del caso. Stamattina, inoltre, ha pubblicato le foto che lo ritraggono, indignato, laddove di solito espleta le proprie funzioni professionali.
«Cosenza non può stare senza l’Elisoccorso»
La Calabria, secondo il piano orchestrato con dovizia di particolari, deve avere sempre operative quattro basi. La prima è Locri che copre l’intera area del reggino, la seconda è Cirò che ha competenza sullo Ionio, la terza Lamezia Terme per la parte centrale della Calabria e infine Cosenza per il suo sterminato territorio. «E’ chiaro che mi auspico un immediato rientro dell’elicottero - spiega Pasquale Gagliardi -. Non mi sta bene neppure la data del 17 agosto indicata dalla ditta. Non si può lasciare scoperta una zona così ampia a cavallo dei giorni di Ferragosto senza neppure inviare il muletto.
Il perché è abbastanza semplice: partendo da Lamezia Terme non si possono garantire i 20 minuti canonici di intervento qualora si ravvisi un’emergenza a Mormanno. Inoltre, se contestualmente se ne verificasse un’altra a Catanzaro come ci dovremmo comportare?». Il dottore Gagliardi poi evidenzia un altro aspetto: «Ad oggi il nostro mezzo è in manutenzione da una settimana, in passato non sono mai trascorse più di 72 ore. Cosenza non è mai rimasta sprovvista di un Elisoccorso per così tanto tempo. Aggiungere che si tratti di una circostanza pericolosissima sarebbe perfino superfluo. In questa nostra terra, tuttavia, repetita iuvant».