A distanza di quattro anni dalla grande alluvione, torrenti e canali di scolo continuano ad essere “affogati” da detriti e rifiuti. Mentre la gente è costretta a installare paratie e a pregare per difendersi dall’inefficienza delle istituzioni
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In via Lussemburgo, la strada che a Corigliano-Rossano nella zona marina di Momena costeggia il torrente Fellino, è stata una notte di paura. La cella d’acqua, che la Protezione civile regionale proprio ieri aveva segnalato con un’allerta di colore arancione, è passata sulle teste e le case dei residenti di quel quartiere che il 12 agosto di quattro anni fa subirono gli effetti terrificanti di un’alluvione inaspettata e non preventivabile.
Quattro anni, nulla si è mosso
In questi quattro anni è piovuto spesso, anche con forza e violenza. Ma questa volta c’è mancato poco che si verificasse una nuova tragedia. C’è mancato pochissimo: giusto una decina di centimetri di quell’argine malandato che questa volta ha retto.
Certo, la forza dell’acqua piovana, stanotte, è stata meno dirompente rispetto al 2015 ma con una differenza sostanziale rispetto ad allora: l’assenza totale di prevenzione. Già perché dopo quel 12 agosto, quando arrivò nei torrenti e nei fossi di scolo una quantità infinita di acqua, detriti e rifiuti, nessuno degli enti preposti si è preoccupato di bonificare e rimettere in sesto alvei, argini e più in generale l’assetto idraulico delle zone colpite.
I residenti rimasti senza risarcimenti e i turisti sono scappati
Siamo ancora allo stato primordiale post alluvione, proprio come se non si volesse proprio frenare la risonanza di quel big-bang alluvionale. Risultato: i residenti stagionali che ancora li hanno la casa e l’hanno ricostruita con tanti sacrifici e a loro spese (perché in Via Lussemburgo come nel resto di Corigliano-Rossano si attende ancora il risarcimento dei danni promesso da governo centrale, regione e comune) ogni anno scendono al mare con il magone nel cuore e con la paura che ad una pisciarella d’acqua possa verificarsi l’irrimediabile; mentre i turisti stagionali che fittavano case e appartamenti tra giugno, luglio e agosto qui non vengono più. Anzi, ci scansano come la peste.
Non è un caso che stamattina alle 5.30 mentre la pioggia imperversava forte e scrosciante, il sindaco Stasi si trovasse in quella via a monitorare l'evolversi degli eventi, pronto ad intervenire insieme alle squadre della manutenzione comunale. Perché la responsabilità delle istituzioni è grande. E lo sanno bene tutti.
Paratie e preghiere
Stanotte alcuni cittadini di via Lussemburgo hanno montato le paratie alle porte, proprio come si fa a Venezia quando c’è l’acqua alta o nei Paesi bassi quando arriva la stagione delle piogge. Ma li è abitudine e sono azioni preventive connaturate nell’assetto del territorio. Qui, invece, paratie e preghiere servono a difendersi dall’inefficienza dell’apparato pubblico.
Stanotte è andata bene e speriamo che sia sempre così.