VIDEO | Sulla costa vibonese le mareggiate dello scorso fine settimana hanno creato distruzione catapultando nuovamente i cittadini nell'incubo dell'alluvione. L'appello dei cittadini agli enti: «Investite per la prevenzione»
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Il racconto della paura, ma anche della speranza che gli enti spendano meglio i fondi per la prevenzione dei danni provocati dalle mareggiate.
Per i cittadini e i turisti di Vibo Valentia e Pizzo Calabro, il ritorno alla normalità dopo le devastazioni di sabato e domenica, significa anche manifestazione del timore provato in quelle ore, sorpresa per i marosi diventati di colpo insidiosi e abitudine verso una pubblica amministrazione che non sa pianificare.
Un signore anziano del quartiere pennello di Vibo Valentia, pur abitando sul mare, rivela di aver provato paura – «sono stato indeciso se dormire in auto», afferma – mentre a Pizzo un turista straniero, parlando in inglese, afferma: «È stata una grossa tempesta in una zona che è sempre soleggiata».
I due comuni sono alle prese con la conta dei danni, vogliono che lo stato accerti la calamità naturale, ma intanto hanno un ritorno alla normalità diverso fra loro.
Sul molo di Pizzo Calabro le transenne interrompono la pittoresca passeggiata, che rimane in parte interdetta per via di una profonda lesione che rende insicura la struttura; mentre è stato riaperto il cimitero di Bivona, chiuso per una giornata per eseguire dei lavori necessari.
L’ente Provincia ha fatto un elenco dei lavori di somma urgenza eseguiti dopo il maltempo di novembre. Otto opere, per una spesa di 320mila euro, a cui dovranno essere aggiunte le risorse che ora servono ai due comuni dopo quest’altra alluvione. Stanziamenti sulla cui utilità i cittadini hanno opinioni precise.
Si chiedono interventi strutturali, una prevenzione capace di evitare il ripetersi di danni e la gente, per ora, si difende come può e come sa: non manca chi a Vibo Marina si affida al cielo, ma per rivolgere una invocazione a Gesù.