Cresce la tensione nei Comuni alle prese con la scadenza dei contratti per i lavoratori Lsu e Lpu, che alla fine di dicembre si ritroveranno alle prese con il solito ostacolo, il rinnovo del rapporto di lavoro.
«Senza soluzioni legislative mirate è a rischio non solo il processo di stabilizzazione degli Lsu e Lpu, ma anche la proroga dei loro contratti per un nuovo anno». A lanciare l’allarme è il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, che mette in guardia dagli ostacoli che si stagliano sulla strada di circa 4.500 lavoratori. Secondo il rappresentante dei sindaci calabresi, il problema principale non sono i soldi, ma le norme in vigore.

 

«Sembra - si legge in una nota - che ancora non si sia preso coscienza del fatto che, seppur sia importante chiedere risorse al Governo affinché rimpingui il fondo destinato alla stabilizzazione, se non si procede prioritariamente all’eliminazione dei tetti di spesa che limitano la possibilità di fare nuove assunzioni, non sarà possibile procedere al rinnovo dei contratti né alle stabilizzazioni, se non per un numero di lavoratori molto limitato».
L’ostacolo maggiore sarebbe rappresentato, dunque, dagli impedimenti normativi che, al momento, non consentono ai sindaci, soprattutto quelli dei piccoli Comuni di procedere al rinnovo dei contratti.

 

«È necessario - prosegue Callipo - che la Regione solleciti Governo e Parlamento affinché prevedano finalmente la deroga alle norme che riguardano il turnover dei dipendenti pubblici. Per legge, infatti, i Comuni possono assumere solo per sostituire i dipendenti che vanno in pensione, parametro che nelle Amministrazioni comunali più piccole, cioè la stragrande maggioranza, è insufficiente ad assicurare la stabilizzazione di tutti i precari. Ecco perché occorre una deroga alla normativa nazionale che possa consentire una programmazione triennale del fabbisogno del personale che vada oltre il turnover. Allo stesso modo, per sopperire allo scarso fabbisogno delle dotazioni organiche, il presidente Oliverio aveva garantito che avrebbe incentivato, attraverso una legge regionale, la mobilità tra i vari enti dei lavoratori. Ma nonostante sia trascorso quasi un anno, di tale norma non c'è ancora traccia».

 

Questi i problemi messi sul tavolo da Callipo, che ha annunciato l’imminente convocazione di un’assemblea di Anci Calabria per un confronto sulla questione tra tutti i sindaci, aperta alla partecipazione del governatore Oliverio e dei parlamentari calabresi.
«Gli amministratori calabresi – conclude – sono molto preoccupati. Non vogliono arrivare a dicembre, alla scadenza dei contratti, senza risposte certe da poter dare ai lavoratori. È urgente, dunque, che la Regione ci dia riscontri puntuali su questioni che sono cruciali non soltanto per il processo di stabilizzazione, ma anche per il semplice rinnovo dei contratti. Lo scorso anno, fidandosi delle rassicurazioni della Regione, i Comuni si sono assunti una responsabilità enorme, procedendo alla proroga dei rapporti di lavoro ed esponendosi così ad eventuali cause risarcimento che possono essere promosse dal lavoratore dopo tre anni di contratti a termine. Trentasei mesi che, dopo l’entrata in vigore del Decreto dignità, sono stati ridotti a 24. Una situazione di grave incertezza e confusione che va risolta con risposte efficaci, perché a fine anno non sarà più possibile continuare a fidarsi di parole che non trovano conferme in atti».