VIDEO | Gli enti di formazione incapaci di ricollocare sul mercato i profili maggiormente richiesti e le aziende non assumono. Tra chi non ha una occupazione più donne che uomini e tanti giovani
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Mezzo milione di disoccupati e un mercato del lavoro magmatico. In Calabria la mancanza di opportunità occupazionali rappresenta solo una parte di una matassa ben più ingarbugliata e che finora si è tentato di districare ma a colpi di tirocini di inclusione sociale o contratti precari con la pubblica amministrazione, gonfiando sacche di precariato.
Rette parallele
A queste latitudini la domanda e l’offerta di lavoro viaggiano su binari separati e gli enti di formazione in un vagone a parte. Come già ricostruito, nell’ambito del progetto Gol – finanziato con fondi del Pnrr per il reinserimento lavorativo dei disoccupati – le agenzie di formazione si sono limitate a presentare un catalogo formativo alla Regione, da cui poi i beneficiari hanno scelto i percorsi da intraprendere.
Lavoro | In Calabria introvabili figure professionali specializzate, al via il progetto per la formazione dei disoccupati
L'esercito degli estetisti
Quelli più gettonati riguardano il settore estetico e della cura della persona, l’alimentare, il sanitario e il turistico. Poche adesioni o nessuna, invece, per la formazione di quelle figure professionali maggiormente richieste dalle aziende. Un dato già emerso in un report stilato dall’Osservatorio dello sviluppo locale che confermava l’andamento strabico del mercato del lavoro calabrese.
Operai specializzati cercasi
Artigiani, operai specializzati, addetti alle rifiniture delle costruzioni, meccanici, montatori, manutentori e addirittura conduttori di veicoli sono tra le figure ritenute di difficile reperimento in Calabria «per inadeguatezza delle competenze possedute o per assenza di candidati». La Cittadella non fornisce indicazioni stringenti alle agenzie sui profili da formare e questi ultimi riempiono le aule con corsi che solo in parte rispondono alle richieste di mercato.
Il lavoro non c'è?
«L'utenza non è indirizzata ed è difficile da indirizzare verso qualifiche carenti nel mercato del lavoro» ha di recente spiegato a LaC News24 il titolare di un ente di formazione coinvolto nel progetto Gol. «Si richiedono meccanici, saldatori però in moltissimi casi i nostri ragazzi non hanno intenzione di frequentare questo genere di corsi».
Incentivi a perdere
C’è poi il rovescio della medaglia. Un tessuto imprenditoriale fragile che probabilmente non assume a sufficienza, nonostante gli incentivi e i benefici - statali e regionali - che pure esistono finalizzati all’assunzione di nuovo personale. Un esempio su tutti è il bando predisposto ad hoc dalla Regione nel luglio scorso che prevedeva l’erogazione di incentivi alle aziende del settore turistico per il reclutamento di lavoratori svantaggiati, disoccupati da lungo tempo.
Lavoro nero e paghe da fame
L’obiettivo dichiarato era quello di «contrastare il lavoro nero, incentivare l’applicazione di remunerazioni adeguate e prolungare la durata media dei contratti stagionali nel periodo estivo e invernale» in un settore in cui periodicamente gli imprenditori si stracciano le vesti lamentando l’impossibilità di reperire addetti. Il bando – condiviso anche con Unindustria e le organizzazioni sindacali – tuttavia non ha sortito gli effetti sperati.
Mezzo flop
Su una dotazione finanziaria di oltre sei milioni e mezzo, i contributi richiesti dalle aziende si sono attestati su circa un milione. Un mezzo flop, indicativo del corto circuito presente in Calabria nel mondo del lavoro. Gli imprenditori dichiarano di non riuscire a reperire addetti ma poi non assumono, almeno sulla carta.
Bomba sociale
Il risultato è una bomba sociale che conta mezzo milione di disoccupati in Calabria. A settembre, data dell’ultima rilevazione, il numero di disoccupati si attesta a 251mila, di poco inferiore il numero degli inoccupati (200mila), 45mila in sospensione d’anzianità e poi i precari e quelli impegnati in attività socialmente utili.
Senza lavoro donne e giovani
La disoccupazione dilaga nella fascia d’età tra i 35 e i 65 anni. Il 21% si concentra tra i giovani (36-45 anni), gli adulti (46-55 anni) ma anche tra le persone più mature: ben 97mila tra i 56 e i 65 anni. Senza impiego in Calabria molte più donne che uomini: 276mila contro 232mila e molti anche con oltre dieci anni di disoccupazione sulle spalle. Sono oltre 126mila quelli che non trovano un lavoro da prima del 2010, altri 100mila hanno acquisito lo “status” di disoccupato, invece, di recente, nel 2023.
Bassa istruzione
I dati mostrano anche un basso livello di istruzione tra chi cerca e non trova lavoro: la maggior parte con in tasca un diploma di scuola superiore (oltre 100mila) o la licenza media (98mila) ma anche tra le fila dei laureati vi sono molti disoccupati – 25mila – in un testa a testa con chi dispone solo della licenza elementare: 24mila.
Senza titoli o iper formati
C’è anche chi non ha alcun titolo di studio, ben 2.400, e poi anche chi è iper-formato avendo conseguito dottorati di ricerca o titoli di studio post laurea sebbene si tratti di casi molto ridotti: non più di un centinaio. Tra questi ultimi c’è anche chi non disdegna il lavoro nei campi: chi si è anche adattato, ad esempio, a coltivare agrumi, tra le precedenti esperienze lavorative e poi bar, ristoranti, alberghi.
Il lavoro al call center
Ma la stragrande maggioranza degli attuali disoccupati – con un diploma universitario, laurea o dottorato di ricerca – è passato da un call center. È la principale esperienza lavorativa riportata insieme alle supplenze a scuola. Tuttavia, il ventaglio è molto ampio: assistenza agli anziani, villaggi turistici, catering, recupero crediti, farmacie, gestione di stabilimenti balneari e molti altri. Segno evidente che anche chi ha un dottorato di ricerca in tasca, non si adagia pur di lavorare.