Sono dodici complessivamente le persone raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare (8 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) nell'ambito dell'operazione denominata Malea scattata questa mattina. I reati contestati sono associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e violenza privata. Oltre ai destinatari dei provvedimenti restrittivi, nel procedimento penale risultano indagati, in stato di libertà, ulteriori 7 persone.

Gli indagati e le contestazioni

Misura cautelare in carcere:

  • Damiano Abbate, nato a Locri (RC) il 2.8.1963, per il reato di associazione mafiosa (ritenuto Capo Società) ed estorsione;
  • Isidoro Cosimo Callà, nato a Mammola (RC) il 28.09.1958, per il reato di associazione mafiosa (ritenuto Crimine) ed estorsione;
  • Ferdinando Vincenzo Cimino, nato a Cinquefrondi (RC) il 21.5.1991, domiciliato in Lussemburgo, per il reato di associazione mafiosa (ritenuto partecipe), e porto e detenzione di armi;
  • Nicodemo Deciso nato a Mammola (RC) il 30.6.1969, per il reato di associazione mafiosa (ritenuto Mastro di Giornata) ed estorsione;
  • Nicodemo Fiorenzi, nato a Mammola (RC) il 12.2.1960, per il reato di associazione mafiosa (ritenuto referente per la locale di Mammola in Lussemburgo);
  • Raffaele Romeo, nato a Reggio Calabria il 27.11.1966, per il reato di associazione mafiosa (ritenuto partecipe);
  • Rodolfo Scali, nato a Mammola (RC) il 14.8.1965,per il reato di associazione mafiosa (ritenuto Capo Locale) ed estorsione;
  • Domenico Spanò nato a Locri (RC) in data 11.11.1968, per il reato di associazione mafiosa (partecipe) ed estorsione;

Misura cautelare degli arresti domiciliari:

  • Salvatore Nicodemo Abbate, nato a Locri (RC) il 14.7.1995, domiciliato in Lussemburgo, per il reato di estorsione;
  • Enzo Fabrizio D'Alessandra, nato a Genova il 21.01.1964, del reato diporto e detenzione di armi;
  • Domenico Sità, nato a Mammola (RC) il 17.7.1974,del reato di concorso esterno in associazione mafiosa;
  • Francesco Antonio Staltari, nato a Mammola(RC) il 6.7.1963, tentato omicidio.

Vertici e locale di Mammola

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile sotto le direttive della Procura della Repubblica, hanno permesso, in particolare, attraverso numerosi servizi tecnici di intercettazione, di documentare l’esistenza dei presunti vertici e partecipi del locale di ‘ndrangheta di Mammola, capace di controllare quel territorio, di condizionarne l’imprenditoria e le attività nel settore boschivo con il metodo delle estorsioni, nonché di finanziarsi anche mediante la produzione ed il traffico di sostanze stupefacenti. Anche se in passato alcuni degli arrestati erano stati già coinvolti in inchieste antimafia, per la prima volta viene censita e riconosciuta, sebbene in fase cautelare, l’operatività di una vera propria cellula mafiosa nel piccolo centro dell’area ionica.

Al vertice della stessa, e quindi con il ruolo di capo locale, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, vi è Rodolfo Scali già coinvolto in passato nelle indagini “Prima Luce”, “Crimine” e “Minotauro”. Ad affiancarlo nella conduzione del sodalizio e nell’attuazione del programma criminoso sarebbero stati il cognato Damiano Abbate, con il ruolo di capo società, e Isodoro Cosimo Callà, con il ruolo di Crimine. Dello stesso sodalizio sono ritenuti partecipi Nicodemo Deciso, Nicodemo Fiorenzi, Raffaele Romeo, Domenico Spanò, Ferdinando Cimino.

Fino in Lussemburgo

Le investigazioni avrebbero anche riscontrato, come dichiarato da alcuni collaboratori di giustizia e riscontrato dalle attività tecniche di intercettazione, una proiezione del locale di Mammola in Lussemburgo, dove risiedono stabilmente e sono stati arrestati alcuni degli indagati. In particolare, il referente del gruppo in Lussemburgo, è ritenuto Nicodemo Fiorenzi, che doveva comunque riferire e concordare con i vertici del locale di Mammola ogni decisione.

Le estorsioni

Tra i reati contestati agli arrestati vi sono diverse condotte (tentate e consumate) di natura estorsiva, che vedono come vittima una ditta esecutrice di lavori pubblici sul tratto stradale ricadente tra Mammola e Cinquefrondi della Strada Grande Comunicazione Jonio/Tirreno; una ditta che si era aggiudicatal’appalto per i lavori di messa in sicurezza della Scuola Media di Mammola.

Analogamente, è stato contestato il reato di estorsione per aver imposto, con minaccia, ai titolari delle giostre installate a Mammola in occasione della festa patronale di San Nicodemo, di corrispondere un numero elevato di titoli (gettoni e/o biglietti) per poter usufruire gratuitamente delle attrazioni ludiche. In altre circostanze è stato censito come agli indagati si siano rivolte persone interessate ad ottenere, mediante violenza o minaccia, somme non corrisposte per prestazioni lavorative.

Ulteriori reati oggetto di contestazione agli indagati, sono l’acquisto e la detenzione abusiva di armi ed il traffico di stupefacenti.

All’indagato, Francesco Antonio Staltari, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari,viene contestato, invece, il reato di tentato omicidio, in quanto la sera del 26 agosto 2016, sul lungomare di Siderno, all’uscita del lido “Kalahari” esplodeva tre colpi d’arma da fuoco, da distanza ravvicinata, nei confronti del titolare Antonio Pasqualino, colpendolo di rimbalzo. L’attentato era finalizzato, secondo quanto emerso dalle indagini, a vendicare l’aggressione subita da Staltari Mirko (figlio dell’arrestato).

Arrestato Sovrintendente della Polizia di Stato

Tra gli indagati e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari figura, infine, Domenico Sità, Sovrintendente della Polizia di Stato, attualmente in servizio presso il Commissariato di P.S. di Siderno, a cui carico viene ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver fornito, in passato a SCALI Rodolfo, e più di recente ad un soggetto indagato dalla Procura Distrettuale Antimafia di Torino notizie riservate, anche in cambio di alcune regalie.