Tra gli arrestati dell’operazione “Happy dog” portata a termine questa mattina dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e del Commissariato di Bovalino, figurano i fratelli Francesco e Antonio Fava, imprenditori di Taurianova ritenuti vicini alla cosca Viola-Zagari-Fazzalari operanti nel settore canino e titolari-gestori di un canile nel predetto centro pianigiano, per i quali il Gip ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere; Domenico Marando, nipote del boss di Platì Domenico Papalia (attualmente detenuto), per il quale è stata disposta la misura cautelare in carcere;Luigi Bartolo, titolare di un canile a Melissa (Crotone) che va agli arresti domiciliari. Arresti domiciliari anche per il direttore del servizio veterinario dell’Asp di Reggio Calabria Antonino Ammendola, per il dirigente del servizio veterinario di Locri Vincenzo Brizzi e per Maria Antonia Catania, rappresentante locale di un’associazione animalista.

 

Disposto l’obbligo di dimora e della presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di rappresentanti e commercianti di prodotti per animali. Nel corso dell’operazione, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip.su richiesta della Dda sono state sequestrate le imprese “Happy Dog s.rl.” e “Rifugio Canino il Parco s.r.l.” con sede a Taurianova e “Mister Dog s.r.l.” con sede a Rocca di Neto (KR), operanti nel settore della custodia e assistenza di cani randagi.

Imprenditore vessato collabora con gli inquirenti

Dall’inchiesta emerge che l’imprenditore fortemente vessato da richieste estorsive ha collaborato con gli investigatori della Polizia di Stato. I tentativi di estorsione, posti in essere nei suoi confronti, a partire dal 2014, erano finalizzati a costringerlo a rinunciare all’espletamento del servizio di custodia ed assistenza di cani randagi del comune di Taurianova, per la durata di tre anni, per il quale era stato bandito dalla SUAP di Reggio Calabria, nell’aprile di quell’anno, un appalto pubblico per un importo di 284.700,00 €, che si era aggiudicato. La rinuncia doveva favorire gli imprenditori taurianovesi Antonio e Francesco Fava, la cui società (Happy Dog srl) era stata affidataria del servizio fino a quando non era stata estromessa dalla partecipazione alla nuova gara a causa di un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria, poiché i titolari erano ritenuti contigui alla cosca Fazzalari-Zagari-Viola, egemone nel comune di Taurianova. Ulteriori tre richieste estorsive, poste in essere nel 2016 da Marando Domenico, erano finalizzate ad ottenere la somma di 58.000,00 €, per conto di esponenti della ‘ndrangheta di Sant’Ilario, oggetto di una precedente pretesa estorsiva rimasta insoddisfatta; altre somme di denaro per sé, quale corrispettivo per l’opera di mediazione con un suo zio detenuto in carcere e, infine, un terreno confinante con il suo che, in seguito alle resistenze della vittima, veniva danneggiato da un incendio ad opera di ignoti. Nel corso delle attività investigative sono state effettuate numerose attività di intercettazione che hanno consentito di acquisire solidi riscontri alle ipotesi di accusa ascritte agli indagati. 

 

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