Il reato contestato è quello di corruzione. I fatti risalgono alla fine di marzo del 2020 quando ricopriva l'incarico di direttore generale dell'Agenzia delle Dogane. Avrebbe asservito la sua funzione pubblica agli interessi privati dell'imprenditore ed ex parlamentare del Carroccio Gianluca Pini
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Corruzione è il reato che la Procura di Forlì contesta a Marcello Minenna, ex direttore generale dell'Agenzia delle Dogane e più di recente nominato assessore in Calabria con deleghe alla Programmazione unitaria, all'Ambiente e alla Programmazione, pianificazione e gestione del ciclo integrato dei rifiuti e delle risorse idriche.
Secondo quanto si legge nelle carte dell'inchiesta, il reato di corruzione contestato a Minenna sarebbe avvenuto in concorso con l'imprenditore ed ex parlamentare della Lega, Gianluca Pini. L'accusa nei confronti dell'assessore della Regione Calabria, riguarda però la sua attività precedente: «In qualità di direttore generale dell'Agenzia delle Dogane» avrebbe concluso il «pactum sceleris» con Gianluca Pini.
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Quest'ultimo avrebbe promesso a Minenna di «accreditarlo all'interno della "Lega Salvini Premier" in modo tale che venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva altresì la riconferma della nomina a direttore generale dell'Agenzia delle Dogane a seguito del cambio dell'esecutivo; cosa che effettivamente avvenne» si legge nell'ordinanza.
Minenna, da canto suo, avrebbe «accettato le promesse di accreditamento all'interno del partito "Lega Salvini Premier" e di riconferma della nomina nel ruolo di direttore generale dell'Agenzia delle Dogane in cambio dell'asservimento della sua funzione pubblica agli interessi privati dell'imprenditore Pini».
«In particolare, - si legge ancora nelle carte dell'inchiesta - a fronte delle richieste di intervento di Gianluca Pini in occasione delle importazioni di merci per il contrasto al covid-19, Minenna metteva al servizio l'esercizio della sua funzione pubblica sia intervenendo egli stesso con gli uffici territoriali per risolvere le problematiche» dell'imprenditore «sia dando ordine ai suoi più stretti collaboratori, dirigenti nazionali dell'Agenzia delle Dogane di mettersi a disposizione di Pini per risolvergli i problemi che l'imprenditore aveva in fase di sdoganamento della merce, ovvero in fase di accertamenti da parte dei funzionari territoriali delle dogane».
I fatti contestati risalgono a fine marzo del 2020. A Marcello Minenna è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.