Ammonta a oltre un milione e 160mila euro il valore dei beni sequestrati a Francesco Iannazzo e al figlio Emanuele, appartenenti all’omonima famiglia di ‘ndrangheta operante nel territorio di Lamezia Terme e comuni limitrofi.

Ad eseguire il provvedimento di sequestro di prevenzione i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dal Procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla su diposizione del Tribunale di Catanzaro e richiesta della Procura Distrettuale, che hanno messo i sigilli a quattro fabbricati, sei terreni tutti ubicati in Lamezia Terme, un’autovettura e diversi rapporti bancari e/o finanziari.

I due Iannazzo, esponenti della cosca di 'ndrangheta confederata Iannazzo-Cannizzaro-Daponte di Lamezia Terme, erano stati coinvolti nel 2015 nella nota operazione di polizia "Andromeda", culminata con l'esecuzione di numerosi arresti.

All’esito del procedimento penale di primo e secondo grado i destinatari del provvedimento di sequestro erano stati condannati a pesanti pene detentive perché ritenuti colpevoli in particolare di associazione mafiosa.

La famiglia Iannazzo, tra quelle del territorio lametino, caratterizzate da un’idea “tradizionale” di cosca mafiosa, oltre che dedita ai reati ricompresi negli ambiti tradizionali di interesse criminale, ha da sempre costituito un esempio tipico di “mafia imprenditoriale” capace di avvalersi di un fittissimo reticolo di imprese intestate o comunque facenti capo a esponenti della famiglia.

Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, prodromiche all’emanazione del provvedimento di sequestro, hanno consentito di ricostruire in capo ai proposti ingenti patrimoni, i cui valori sono risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati dagli stessi e dai loro familiari.