VIDEO | Valori di inquinanti fino a 15 volte superiori rispetto allo scorso anno. Intanto dalla Cittadella tutto tace, la procura invece ha aperto un fascicolo d’indagine
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Ad oltre dieci giorni dall’annuncio da parte del facente funzioni Spirlì di un tavolo tecnico sulla questione campo rom, tutto tace. La stessa solerzia con la quale il governatore di Regione ha bacchettato coloro che subito dopo il rogo scoppiato nell'accampament di Scordovillo avevano attaccato la Regione, non si è vista nei giorni successivi. La città è scesa in strada con un sit-in pacifico davanti al Municipio chiedendo interventi questa volta non emergenziali ma definitivi, oltre che sicurezza e controlli e avviando una raccolta firme. Ma dalla Cittadella nulla si è mosso.
Preoccupano i dati sull'inquinamento
Unico elemento nuovo che contribuisce però ad inasprire gli animi, sono i dati diffusi da un ricercatore europeo che contrastano con i risultati della colonnina Arpacal del Comune di Lamezia Terme. Quest’ultima, in sintesi, non aveva rilevato nel giorno del rogo dati che potessero parlare di un particolare aumento di inquinanti nell’aria. Fermo restando che nella combustione di erbacce e spazzatura che ha causato una nube nera di dimensioni agghiaccianti tale da oscurare il cielo, è stata prodotta diossina, sostanza non analizzata dalla colonnina Arpacal.
La procura apre un'inchiesta
Secondo i rilievi acquisiti dal satellite Sentinel-5P dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e processati su piattaforma Google Earth Engine, l’anidride solforosa nei giorni successivi al rogo ha superato fino a 15 volte i valori dell’anno precedente. Un segnale allarmante.Intanto, la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, allo stato contro ignoti, sui fumi tossici dal campo rom nominando un consulente, il geologo Giovanni Balestri, che entro 30 giorni dovrà depositare una relazione tecnica sull’incendio.