Sono trascorsi 24 anni dalla scomparsa del vice sovrintendente di Polizia Pietro Caligiuri, rimasto ucciso in una sparatoria. Oggi pomeriggio, nel piazzale del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, il Questore della Provincia di Catanzaro Mario Finocchiaro, assieme alla vedova, Ornella Spinoso, e alla figlia, Laura, ha deposto alla stele dei Caduti della Polizia di Stato un cuscino di fiori in onore e ricordo di Caligiuri, Medaglia d’Oro al Valore Civile deceduto in servizio, il 10 maggio 1996, all’età di 39 anni, lasciando la moglie e due figli in tenera età.

La cerimonia a Lamezia 

Nel corso della cerimonia, svoltasi in forma raccolta nel rispetto della normativa di contingentamento delle presenze per l’emergenza Co-vid-19, alla quale hanno partecipato il dirigente del Commissariato Raffele Pelliccia, il dirigente della Polizia di Frontiera Aerea dell’Aeroporto lametino Concetta Amendola, i rappresentanti provinciali e locali delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato e dell’Anps, nonché il cappellano del corpo don Biagio Maimone, il questore ha dato lettura di un messaggio che il capo della Polizia – direttore generale della Pubblica sicurezza, Franco Gabrielli, ha fatto pervenire ai familiari del caduto.

 

Successivamente, Finocchiaro ha ricordato la figura del vice sovrintendente Pietro Caligiuri, il quale, «col sacrificio del bene più prezioso, la vita, ha esaltato e dato concretezza ad espressioni quali “senso del dovere” e “spirito di sacrificio”, intervenendo, libero dal servizio, per prestare aiuto a delle persone fatte bersaglio da parte di un soggetto che aveva cominciato a fare fuoco all’impazzata, nei pressi della sua abitazione, nella frazione Accaria di Serrastretta».

La sparatoria e la morte di Caligiuri

Quel pomeriggio, Caligiuri, che si trovava a casa, dopo aver svolto il suo turno di servizio, appena intuito cosa stesse accadendo in strada, senza alcuna esitazione, si è precipitato nel luogo da cui provenivano gli spari, esponendosi, nell’intento generoso di bloccare quella folle azione, e venendo attinto da colpi di arma da fuoco, che ne provocarono la morte per le ferite riportate.


«Con tale gesto - ha sottolineato il questore - ha dato prova di profonda interiorizzazione dei valori che avevano ispirato tutta la sua carriera professionale, fin dal giuramento prestato all’atto della sua immissione in servizio nel 1978, guadagnandosi un posto di tutto rilievo tra i, purtroppo, numerosi caduti della Polizia di Stato, vittime del dovere, e costituendo un fulgido esempio per tutti i poliziotti che, quotidianamente, assicurano alla collettività ordine e sicurezza».

 

Nel corso della cerimonia, un momento di profonda commozione quando il trombettiere della Polizia di Stato ha intonato le struggenti note del “silenzio”, seguite dalla benedizione impartita dal cappellano.