L'ampliamento dell'Istituto Einaudi si sta rivelando l'ennesima incompiuta calabrese. Ma la dirigente Costantino non molla e continua a richiamare le istituzioni. E la Provincia rassicura: «Tutto pronto in autunno»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Lavori da 700mila euro per l’ampliamento dell’istituto alberghiero Luigi Einaudi di Lamezia Terme con un nuovo corpo di fabbrica destinato a un ristorante didattico innovativo aperto anche all’esterno, al fine di creare nuove opportunità lavorative per gli oltre 800 studenti del plesso.
Uno proposito ambizioso che rischia di rimanere tale a causa delle maglie della burocrazia, nonostante le promesse di una politica spavalda. Difatti, l’opera, curata dai progettisti Floriano Siniscalco, Giuseppina Pugliese e Marcello Scarpino, è stata appaltata nel marzo del 2015 con lavori consegnati alla ditta Capone Costruzioni Generali s.r.l. a febbraio 2016, con tanto di cerimonia pubblica.
Proprio in quella occasione l’allora presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno auspicò la fine dei lavori in meno di un anno. Un proposito così ambizioso che è stato fatto suo dal successore, Sergio Abramo, che in visita all’istituto scolastico quasi quattro anni dopo, nel dicembre del 2019, “rivelò” alla dirigente scolastica Rossana Costantino, la consegna imminente dei “nuovi” locali.
Invece, a distanza di un ulteriore anno e mezzo, gli spazi destinati alle nuove frontiere dell’innovazione culinaria sono, invece, divenuti fatiscenti, con infiltrazioni di acqua e umidità, anche vicine al quadro elettrico, un terrazzo senza accesso e sterpaglie che bloccano gli accessi. Il rischio è che si giunga dinanzi alla ennesima “incompiuta” calabrese.
Il finanziamento europeo a rischio
L’istituto Einaudi ha ottenuto un finanziamento dai fondi strutturali europei per il programma operativo nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” e per la “Diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e adozione di approcci didattici innovativi”.
Il ministero dell’Istruzione nell'aprile del 2018 aveva autorizzato l’Istituto ad avviare le procedure di attuazione del progetto di realizzazione di laboratori professionalizzanti e innovativi per il settore enogastronomico, di un importo di quasi 100mila euro.
I laboratori sarebbero stati destinati, come si è detto, nei nuovi spazi. “Tuttavia, i locali non venivano consegnati in quanto non venivano appaltati i lavori di completamento: messa in sicurezza delle aree esterne con muro di contenimento e ascalto e/o zone verdi. Inoltre, non venivano attivate le procedure atte a garantire l’idoneità dei locali”: è quanto ha scritto la dirigente in una delle numerose missive a Sergio Abramo. Proprio per non perdere il finanziamento europeo, a causa della mancata consegna dei locali entro i rigidi termini previsti dall'autorità di gestione, si è dovuto riconfigurare il progetto stesso, mettendo le nuove attrezzature nei vecchi locali, incaricando un altro progettista ed affrontando un’ulteriore spesa.
Manca l’agibilità, ma la Provincia rassicura
Un cavillo ha fatto tenere i locali chiusi e inutilizzati: manca il certificato di agibilità statica. Eppure alla citata cerimonia di consegna dei lavori il dirigente provinciale Pantaleone Narciso affermò pubblicamente: «Alcune scuole non hanno l’agibilità perché prima non si faceva il controllo statico della struttura, perché erano certificati non richiesti. Gli altri certificati che servono per avere l’agibilità li hanno tutti. È ovvio che per fare il collaudo statico, con la nuova normativa, c’è bisogno di fare l’adeguamento sismico della scuola, che comporta una serie di spese notevoli». E annunciò l’arrivo di un finanziamento da 200mila euro «per fare le prove di carico su tutti i solai e per fare le verifica delle fondazioni».
Dopo anni di solleciti da parte della dirigente scolastica Rossana Costantino, con una missiva del 22 marzo 2019 a firma dell’allora dirigente del settore edilizia scolastica provinciale Floriano Siniscalco è stato comunicato che i locali sarebbero stati completamente agibili entro il 31 dicembre 2019. Successivamente, una mail firmata “Staff del Presidente” (Abramo, ndr) datata 3 febbraio 2020 annunciava: “Gli uffici ci comunicano che stanno provvedendo ad ultimare l'istruzione per la consegna dei locali”. Da allora, nient’altro.
Contattati direttamente, il vicepresidente Antonio Montuoro e il consigliere provinciale e sindaco di Centrache Fernando Sinopoli (che pure era stato in visita presso il plesso scolastico nell’autunno 2019) si sono prontamente interessati della vicenda e per loro tramite, l'attuale dirigente della Provincia deputato all’edilizia scolastica Antonio Leone ha assicurato che entro il prossimo anno scolastico per l’ampliamento dell’Einaudi di Lamezia Terme ci sarà “un lieto fine”, con i locali finalmente accessibili. «Ad oggi - ha spiegato il dirigente Leone (non negando i ritardi, ndr) – un progettista ha predisposto il tutto affinchè si facciano i lavori necessari per ottenere l’agibilità dei nuovi locali frutto dell’ampliamento. Inoltre, ci sarà un finanziamento per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di tutto il plesso».
In quello che anche lo stesso sindaco (oggi sospeso) Paolo Mascaro definisce un «polo d'eccellenza» si potrà, quindi, forse, ritagliare il nastro, a ragion veduta, ma dopo ben sei anni.