Il cartello parla chiaro: “i corsisti e il personale del Cpia devono entrare nella scuola dal retro, cancello laterale, in fondo”. E i corsisti del Cpia (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) sono per la quasi totalità stranieri. Stranieri ospiti di Sprar e non solo che, in ottemperanza al decreto Minniti, frequentano i corsi di lingua italiana. La scuola, una scuola pubblica a tutti gli effetti, ha da dieci anni sempre operato nei locali della Borrello Fiorentino. Per lo più in orari diversi da quelli in cui l’istituto era frequentato dai bambini, ma comunque sempre con aule e bagni rigorosamente separati.

Da quest'anno la presenza degli immigrati è diventata motivo di allarme sociale 

Quest’anno, alla ripresa delle lezioni, tra i genitori dei piccoli si è, invece, scatenato un vero e proprio allarme sociale a colpi di termini come “promiscuità” e “vaccinazioni” (obbligatorie, è bene ricordarlo, fino ai sedici anni di età mentre il Cpia è rivolto a persone dal compimento dei sedici anni in su).Gli stranieri, insomma, fanno paura e devono stare lontano dai bambini.

Insegnanti ed alunni del Cpia sono stati spostati in un'area degradata e isolata

La questione è stata gestita in un primo momento dall’assessore alla Cultura Simone Cicco che ha poi gettato la spugna. La patata bollente è passata allora nelle mani dell’assessore ai Lavori Pubblici Mariano Cardamone che ha disposto l’uso delle aule in un’ala della scuola che non veniva utilizzata e il cui ingresso, che fino a quel momento era un’uscita d’emergenza, è fatiscente. Dalle lastre di eternit poste come tettoia nel vialetto da percorrere per arrivarci, fino ai tombini senza piastra, vere e proprie voragini.

E poi, ancora, smottamenti, mura lesionate, spazzatura e bottiglie di vetro ovunque. Perché quella zona isolata viene usata anche per il bivacco, ed è proprio da lì che la sera studenti e insegnanti sono costretti a passare per entrare ed uscire dalla scuola.

"Il Comune così fomenta la discriminazione razziale" 

“Sia il Comune che il dirigente scolastico Benincasa hanno delle gravissime responsabilità – spiega a laCNews24 Fernando Miletta, uno dei docenti del Cpia sin dalla sua nascita”. “Gli insegnanti sono anche stati sottoposti a interrogatorio da parte dei Carabinieri come se fossimo dei malviventi – si sfoga – che anziché insegnare vogliono favorire posizioni illegali”.

 

“Si sta mettendo in atto una vera e proprio discriminazione razziale anche nei nostri confronti. Quella che poteva essere una giusta preoccupazione che, verificata, si sarebbe esaurita, è diventata una questione politica e di razzismo. Gravissimo – sottolinea - l’atteggiamento dell’amministrazione comunale che ha assecondato queste logiche discriminatorie”.

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Sui social delirio di toni razzisti

Il tutto mentre sui social i toni diventano quasi deliranti. Dall’invito, in un italiano stentato, a togliere i propri figli dalla scuola, all’allarme su un presunto “nessun controllo di vaccinazione e sanitario” negli studenti stranieri. A molti poi la totale separazione e ghettizzazione del Cpia non basta ed invitano ad iscrivere i figli altrove, fino a definire la presenza stessa del Cpia un modo per ghettizzare Sambiase all’interno di Lamezia Terme.


Tiziana Bagnato