Si aggirano per la città a branchi, dai luoghi più periferici a quelli più centrali. Hanno fame, freddo, spesso hanno bisogno di cure. In tanti li temono e li evitano. Sono i randagi che si aggirano per Lamezia Terme.

 

Un numero in crescita, legato spesso anche alle mancate sterilizzazioni e a quei padroni che lasciano i loro cani liberi di girare e di riprodursi.

 

Fondamentale il lavoro dei volontari, come quelli dell’Oipa, l'Organizzazione internazionale protezione animali, che spendono energie, tempo e soldi per poterli accudire, curare, dare loro affetto e trovare una casa.

 

«L’attività di volontari significa sostanzialmente non stare mai a casa – ci spiega la delegata Oipa di Lamezia Clara Solla ci chiamano a qualunque ora, per cucciolate abbandonate, per cani investiti o maltratti. Ma anche per i gatti».

 

«Ormai siamo in una vera e propria emergenza – aggiunge - l’amministrazione deve intervenire e noi siamo pronti a collaborare. Chiediamo la sterilizzazione con riammissione nel territorio e la microchippatura per tutelare sia l’animale che il padrone, ma non solo. Può anche capitare che un cane padronale morda qualcuno perché ne ha paura, al contrario dei cani randagi che sono abituati a vedere gente a loro estranea».

 

Importante anche il ruolo della Polizia Municipale, poco formata, a quanto pare, sull’argomento. «Sarebbe opportuno – spiega Solla - che anche la Municipale fosse più sensibile, perché spesso viene interpellata ma non dà le risposte giuste. Chiediamo al sindaco di interessarsene».

 

Ma da soli i volontari dell’Oipa, così come gli altri gruppi di volontari presenti sul territorio, non possono fare molto. C’è bisogno di impegno e senso civico da parte dei cittadini. «Essere volontari è un arricchimento. Gli animali vanno tutelati e questo va fatto capire sia ai cittadini comuni che chi sta ai vertici – dice Patrizia Vescio, volontaria Oipa - In una società civile gli animali vanno salvaguardati. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio per rendere la città più vivibile».