Sarà chiuso fino all’otto maggio l’ufficio postale di Sant’Eufemia a Lamezia Terme, il cui trasferimento momentaneo in un container è diventato definitivo da anni. A risollevare la questione, dopo che nel tempo diversi sono stati i solleciti ma senza che questi riuscissero a smuovere nulla, è un cittadino, Francesco Carito.

«La struttura (dichiarata inagibile) nella quale erano originariamente ubicati gli uffici di Poste Italiane, è stata messa all’asta dall’ attuale amministrazione comunale, per fare cassa, costringendo così i cittadini a recarsi in un container a ritirare le pensioni e pagare le bollette -  ricorda Carito -. Inoltre con l’arrivo della stagione estiva il container all’interno è paragonabile ad una sauna mettendo in serio pericolo la salute degli anziani, costretti a lunghe attese. Nell’ultimo anno poi, la situazione è stata resa ancora più complicata dalla pandemia: onde evitare assembramenti è consentito ai clienti entrare solo un po’ per volta, lasciando sotto le intemperie d’inverno o sotto il sole cocente d’estate chi arriva in orari di punta».  

«Ma non finisce qui- spiega il cittadino -  da qualche giorno sulla porta del container è apparsa una lettera di Poste Italiane che avvisa i residenti della chiusura temporanea dello stesso fino all’8 maggio. In poche parole i residenti saranno costretti, per i prossimi dieci giorni, a recarsi nelle altre sedi (Gizzeria, Sambiase o Nicastro). Chi non ha invece la possibilità di spostarsi sarà costretto ad attendere la riapertura per potere, ad esempio, ritirare la pensione».

«Sembra che il disservizio (l’ennesimo) questa volta sia causato dal distacco del contatore del vecchio stabile, al quale era collegato il container, e dal riallaccio della corrente ad un nuovo contatore non ancora individuato da Enel. Intanto sulla questione tutto tace. Nessuno tiene informati i residenti, nessuno si preoccupa di cercare o proporre soluzioni – incalza Carito -  Come sempre Sant’Eufemia è “terra di conquista” durante le campagne elettorali e “terra dimenticata da Dio” dopo le elezioni».

«Ne è un esempio lampante la chiusura definitiva della delegazione comunale che forniva un servizio utile e importante ai residenti. Nessuno degli amministratori ha pensato di proporre lo stabile per la sistemazione degli uffici postali? Oppure l’amministrazione comunale ha in progetto di mettere anche questo all’asta? I residenti di Sant’Eufemia sono stanchi di questi disservizi  - chiude Carito - e con questa lettera mi faccio loro portavoce affinché qualche dirigente degli uffici comunali e di Poste Italiane si svegli e prenda provvedimenti».