La denuncia è dell’Associazione consumatori utenti Calabria. Al centro, i tributi idrici dovuti alla Multiservizi ma le anomalie denunciate sono diverse
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Pignoramenti di stipendi, conti correnti e fermi amministrativi per il mancato pagamento di alcuni tributi dovuti alla Multiservizi, ma senza che ne avessero mai ricevuto avviso. Succede a Lamezia Terme e a segnalarlo è l’Associazione consumatori utenti (Acu) che ha interessato della vicenda il prefetto di Catanzaro con un esposto.
Ad operare sarebbe stata la Sogert di Napoli, società incaricata dalla partecipata di riscuotere i crediti legati ai canoni idrici. Diverse le anomalie e le regolarità segnalate dall’Acu. Innanzitutto, spiega il presidente regionale dell’associazione Sergio Tomaino, «la riscossione esattoriale, cui è soggetta l'Agenzia delle Entrate Riscossione e le altre Società concessionarie, è attualmente sospesa in forza del reiterato differimento a causa del Covid-19, così disponendo da ultimo il Decreto Draghi, conseguente al DL n. 7 del 30.01.2021, che aveva differito il termine di sospensione dell'attività di riscossione precedentemente fissato dal Decreto Legge n. 3/2021, emanato proprio per venire incontro alle famiglie a causa del delicato momento storico di grande difficoltà economica».
«Peraltro - prosegue Tomaino - i cittadini hanno anche segnalato che la Sogert spa omette di notificare l'atto di pignoramento al cittadino che, quindi, rimane ignaro su quanto succede al proprio conto o allo stipendio; pone in essere una duplicazione di pignoramenti, andando a colpire contestualmente conti, stipendi ed autoveicoli; agisce per il recupero di tributi abbondantemente prescritti e/o pagati dall'utente, anche perché oggetto di rateizzazione e/o rottamazione con Agenzia delle Entrate Riscossione; agisce, in numerosi casi, in assenza di regolare titolo».
«I cittadini lamentano anche – conclude - la contestuale sospensione dell'erogazione dell'acqua da parte della Lamezia Multiservizi spa, sia in spregio all'esito del referendum sull'acqua pubblica che in contrasto alla delibera del Comune di Lamezia Terme n.7 del 21/5/2012, recepita anche nello Statuto comunale, che vieta tale modus operandi e che prevede che l'utente abbia il diritto di avere quanto meno il 30% della portata di acqua, limite vitale di un bene pubblico, primario ed essenziale».