VIDEO | Il procuratore di Catanzaro Gratteri ha illustrato in conferenza stampa i dettagli dell'operazione che ha portato all'arresto di 46 persone: «Città con una storia criminale importante» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«A Lamezia Terme era da un po' che non facevamo visita»: esordisce così in conferenza stampa il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che ha illustrato i dettagli dell'operazione scattata questa mattina che ha portato a 46 arresti e 3 obblighi di firma. «Dal 2026 la Guardia di finanza di Lamezia e Catanzaro ha monitorato tutto il territorio che aveva collegamenti con il Vibonese, la Locride, San Luca fino ad arrivare a Roma».
L’operazione | Traffico di droga nel Catanzarese, blitz a Lamezia Terme: 46 arresti - NOMI
Quindi il procuratore parla del traffico di droga «per la vendita di cocaina, hashish, marijuana ed eroina. Si tratta di soggetti che hanno comunque la loro storia, perché sono il prodotto e la conseguenza di famiglie importanti di 'ndrangheta della storia di Lamezia Terme. La città - dice ancora Gratteri - sul piano criminale ha una storia importante con proiezioni, accordi e alleanze con la 'ndrangheta di San Luca. Ecco perché questo rapporto non ci ha meravigliato».
Arresti a Lamezia, le indagini
Un'organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di droga radicata nel quartiere Capizzaglie di Lamezia Terme al cui vertice ci sarebbe stato un discendente della famiglia di 'ndrangheta dei Giampà e con canali di approvvigionamento, sia nel Reggino, a San Luca e Rosarno, sia a Roma grazie alla collaborazione con i Casamonica.
Un gruppo che disponeva anche di armi comuni e da guerra, compreso un bazooka con due proiettili. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzate al traffico di droga, detenzione e commercio di sostanze stupefacente, in materia di armi, anche da guerra, e tentata estorsione. Il provvedimento ha riguardato anche alcuni appartenenti alla comunità rom che vive nel capo di contrada Scordovillo.
Nel corso dell'indagine - cui ha collaborato anche la Procura di Lamezia Terme guidata da Salvatore Curcio - sono state anche sequestrate 650 munizioni di vario calibro.
«La Guardia di finanza di Catanzaro e Lamezia Terme - ha detto ancora Gratteri - ha seguito con cura e nel dettaglio l'indagine, utilizzando non solo intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche ma anche ottenendo riscontri e sequestrando complessivamente più di 500 chili di droga di vario tipo. L'indagine - ha sottolineato Gratteri - ha interessato indagati originari di famiglie molto importanti che hanno una storia sul piano investigativo/giudiziario».
«Le intercettazioni - ha detto il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla - sono state fondamentali, come la capacità degli investigatori di comprendere cosa si celava dietro al linguaggio criptico utilizzato. L'organizzazione, tra l'altro, si avvaleva anche di minorenni per lo spaccio».
Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, generale Domenico Grimaldi, ha sottolineato la «professionalità e la tenacia dei finanzieri che non hanno mai mollato. In un caso - ha riferito - un indagato, per sfuggire ad un controllo, ha tentato di speronare l'auto dei militari ed uno di loro ha sparato un colpo di avvertimento. Stamani, con gli arresti nel campo rom abbiamo operato in un ambiente ostico e ostile, ma grazie alla nostra rapidità tutto si è svolto senza problemi». Grimaldi ha anche riferito che 15 indagati erano destinatari del reddito di cittadinanza. Il comandante del Gruppo di Lamezia, capitano Valentino Luce, infine, ha sottolineato che nel corso delle indagini sono state interpretate e verificate oltre 211mila conversazioni telefoniche e telematiche.