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«Parlare di sicurezza? Ma per chi? E’ difficile ritenere che un’ordinanza possa dare sicurezza». Marina Galati, esponente della Comunità Progetto Sud diretta da don Giacomo Panizza e referente di un progetto che mira a salvare le prostitute dallo sfruttamento sessuale, interviene così sull’ordinanza emessa dal Comune di Lamezia Terme e che prevede multe salate, dai 250 ai 516 euro, per i clienti e per chi esercita la professione.
Nel documento si parla, tra l’altro, anche di motivi di sicurezza. Un termine che non è appropriato secondo la Galati. Anche sull’ordinanza stessa e su quanto questa possa realmente abbattere i numeri del fenomeno, i dubbi sono tanti: «Le ordinanze vengono utilizzate solo per dare fogli di via ma in questa rete si tratta le donne possono essere efficacemente rimpiazzate», ci spiega.
Intanto in città il fenomeno rimane ampio. Dalla zona della Locomotiva di Sant’Eufemia, che da area di pregio grazie all’esposizione del cimelio è diventata uno scambio di domanda ed offerta di prestazioni sessuali e viene evitata dai cittadini, fino alla centrale Piazza Mazzini ed ancora alla statale 18, i punti dediti al meretricio sono sempre gli stessi da anni e sopravvivono in barba alle retate e alle ordinanze.