VIDEO | Il Covid ha messo un freno anche agli esami legati alla prevenzione. Ma ora si lavora alla ripresa con più consapevolezze e nuovi strumenti
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Si scaldano i motori in vista della ripartenza degli screening per i tumori femminili e non solo. La pandemia, le restrizioni legate ai possibili contagi e i timori ad essi legati, hanno messo i lacci anche alle attività di prevenzione. Attività fondamentali ma che vanno accompagnate da campagne di sensibilizzazione e promozione perché difficili a penetrare nelle popolazione.
Ne abbiamo parlato con la responsabile del Centro Screening del Giovanni Paolo II di Lamezia Terme Annalisa Spinelli che ci ha spiegato che, seppur in un momento così critico, l’esperienza pandemica sta servendo ad estrapolare buone prassi da tenere a mente.
«Il Covid ci sta insegnando che bisogna potenziare le attività territoriali, che bisogna agire prima della malattia, che bisogna cercare di creare una rete tale da garantire l'assistenza anche in condizioni estreme come quelle che stiamo vivendo in questo periodo». In sintesi, il sistema sanitario, e non solo quello calabrese, ha molto da lavorare per potere garantire prestazioni sempre.
Ora, mentre i vaccini pian piano vengono estesi, si stanno riprogrammando le attività di prevenzione, nel rispetto del norme anti Covid. « Siamo ripartiti con lo screening per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero, - ci spiega Spinelli - per quanto riguarda quello della mammella stiamo recuperando le donne che erano state invitate, ma che non si erano potute sottoporre al test causa restrizioni. Per quanto concerne, infine, il tumore del retto è ripresa la distribuzione dei kit. Gli interventi di secondo livello e di floow up, quindi i pazienti che erano in trattamento e dovevano esami periodici per controllare i loro rischi periodici sono stati seguiti, non c’è stato alcuno stop».
È bene ricordare quando è importante sottoporsi a screening. Per tumore del collo dell'utero dai 25 ai 64 anni si esegue il Pap test ogni tre anni oppure la HPV test ogni cinque anno.
«Durante questo periodo siamo passati in tutta l'azienda alla HPV test. Siamo ripartiti possiamo dire con il piede forse giusto – conclude Spinelli - utilizzando un test più affidabile più attendibile che permette di differire il grado successivo non a tre anni ma a cinque».