Il consigliere regionale e il suo candidato sollecitano la riattivazione del laboratorio che potrebbe processare i tamponi per il coronavirus e che contiene al suo interno macchinari da milioni di euro inutilizzati
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Tutto pronto o quasi. Dopo l’annuncio della riapertura del laboratorio di Microbiologia per consentire l’uso di macchine del valore di milioni di euro in grado di processare i tamponi per il Covid, tutto si è fermato. Manca il personale, la giustificazione ufficiale. Sulla vicenda intervengono il consigliere regionale di Io Resto in Calabria Pippo Callipo e il suo candidato alle scorse elezioni regionali Francesco Muraca.
«La stessa Regione ha dato parere favorevole alla riapertura con una nota inviata all’Asp di Catanzaro lo scorso 28 aprile. Insomma mancherebbe solo il personale e, ad oggi, non è dato sapere se e come la Regione e la struttura commissariale si siano attivate per provvedere. Con poche unità di personale, attingendo alle graduatorie o programmando una rotazione interna di due tecnici e un biologo tra quelli in servizio nel territorio dell’Asp di Catanzaro, si potrebbe rendere operativo un servizio che risulterebbe molto utile per processare eventuali tamponi effettuati in Calabria e prezioso per la vasta utenza del comprensorio lametino», affermano i due politici.
Sull’attivazione del personale è bene però precisare che lo scorso 26 maggio l’Asp ha pubblicato l’autorizzazione per sei mesi di un dirigente biologo e due tecnici sanitari da allocare proprio nel laboratorio del Giovanni Paolo II. Callipo e Muraca, che colgono l’occasione anche per manifestare «vicinanza alle istanze del personale sanitario del 118 sempre in prima linea nell’emergenza» e ricostruiscono la vicenda del laboratorio richiamando la risposta fornita dalla Regione a un’interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri regionali di Io resto in Calabria lo scorso 12 maggio: «Nel documento, la direzione generale del dipartimento Tutela della Salute della Regione affermava già un mese fa che si stavano valutando i requisiti di alcuni laboratori, oltre a quelli già attivi, “al cui interno sarebbe possibile attivare un settore di microbiologia/virologia”».
«La Regione cita a questo proposito gli ospedali spoke di Crotone, Vibo Valentia, Rossano, Locri e Lamezia Terme, specificando che “ad eccezione di quest’ultimo, tutti gli altri necessitano di alcune attrezzature fondamentali”. Ne consegue dunque – fanno notare– che l’ospedale di Lamezia sarebbe già dotato dei macchinari necessari a riattivare il servizio e a processare i tamponi effettuati per la ricerca del Covid-19».
«Nel dare parere favorevole, il dipartimento Tutela della Salute della Regione ha specificato che fosse comunque necessario il via libera del ministero della Salute, ma poi non se n’è saputo più nulla. È passato più di un mese – concludono Callipo e Muraca – e un servizio fondamentale per i cittadini, che potrebbe evitare di inviare in Campania o di conservare in frigorifero i tamponi effettuati in Calabria, resta inspiegabilmente bloccato».