Una ferita mai rimarginata per la città. Anche oggi sono stati deposti fiori davanti all’opera scultorea che lo ricorda
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Venti ottobre 1974. Una data di sangue, una data impregnata di storia, di echi. La data in cui il giovane Adelchi Argada venne ucciso. Quella mattina di fronte al Comune di Lamezia Terme c’era stata una manifestazione del Festival Provinciale dell’Avanti. Nella notte, invece, scritte fasciste erano comparse sui muri e avevano provocato tensione tra gli opposti estremismi.
Alle 15.30 Adelchi stava tornando dallo stadio in compagnia di suo fratello Otello e altri due amici, i fratelli Morello. Sulla strada incontrarono due camerati, Michele De Fazio e Oscar Porchia. Il primo, ragazzo di buona famiglia, studiava Legge a Firenze ed era ben conosciuto negli ambienti fascisti locali e toscani. Il secondo, anche lui studente, era un militante del Movimento Sociale e per un paio d’anni era stato anche il segretario del Fronte della Gioventù di Lamezia. Adelchi, invece, milotava nel Fronte popolare comunista rivoluzionario, un’organizzazione leninista, a sinistra del Pci.
Fu sul corso, all’altezza della Madonnina, vicino la Chiesa di San Domenico, che avvenne quell’incontro che avrebbe segnato uno squarcio nella storia. Uno dei due fratelli chiese conto ai camerati del perché avessero picchiato e aggredito il fratello di 14 anni. La discussione degnerò, i due fascisti estrassero le pistole ed esplosero ben 14 colpi. Adelchi provo a fare da scudo a uno dei fratelli rimasto ferito e venne attinto dai colpi d’arma da fuoco al ventre.
Seguirono altri colpi, tutti a segno su un ragazzo ormai incapace di difendersi. I due camerati fuggirono, la notizia di sparse rapidamente e iniziarono i disordini, la sede del Movimento Sociale venne bruciata. Arrestati, gli assassini di Adelchi Argada si trincerarono dietro la tesi della legittima difesa. Imputati di omicidio, dopo aver ottenuto di spostare la tesi processuale a Napoli, nel 1977 furono condannati rispettivamente a quindici anni e quattro mesi e a otto anni e tre mesi di reclusione. Una ferita mai rimarginata quella della morte di Adelchi per Lamezia Terme. Anche oggi sono stati deposti fiori davanti all’opera scultorea che lo ricorda.