Arriva una nuova perturbazione, con rovesci anche di forte intensità che domani si abbatteranno su gran parte della Calabria, soprattutto sulla fascia tirrenica. Non è una novità in questa estate piovosa che ci ha costretti a tenere l’ombrello sempre a portata di mano.

 

Ma dopo la tragedia delle Gole del Raganello, tutto assume un significato più sinistro, soprattutto se si indossa la fascia tricolore di sindaco. Come ogni giorno, anche oggi la Protezione civile regionale ha diramato il bollettino meteo, ma questa volta l’allerta non è gialla, che corrisponde alla più blanda fase di attenzione, ma arancione, cioè di preallarme.

 

La tragedia del Raganello

Quando l’onda di piena si è abbattuta su decine di escursionisti uccidendone 10 e ferendone 11, l’allerta era gialla, e già in quel caso, come spiegato ieri da LaC News 24, il protocollo che i Comuni dovrebbero seguire prevede una lunga serie di obblighi che vanno dall’allertamento della popolazione con ogni mezzo, al monitoraggio costante dei siti più a rischio come le zone franose o a rischio alluvione. Una procedura che, nei fatti, nessun Comune segue alla lettera, sia per mancanza di risorse e mezzi, ma anche per non innescare una sorta di discredito nei confronti di allarmi più pressanti e immediati, visto che la fase di allerta gialla è quella “di routine” a meno che non sia previsto cielo terso e sole che spacca le pietre. In tutto il mese di agosto, infatti, soltanto una volta il bollettino meteo della Protezione civile è stato contraddistinto dal colore verde, quello che indica l’assenza totale di criticità.

 

Orange is the new black: ecco la procedura


Orange is the new black per i sindaci che in queste ore stanno freneticamente comunicando tra loro nelle chat private dove condividono opinioni e informazioni. Cosa fare domani? Secondo il protocollo di Protezione civile regionale, l’allerta arancione impone di: attivare il Coc, cioè il centro operativo comunale per le emergenze, che entra in funzione anche in caso di terremoto; avviare il coordinamento delle prime azioni con gli altri Coc, con la Regione, con la Prefettura, con la Provincia e, se si rientra nel suo territorio, con la Città metropolitana; attivare le Umtc, cioè le Unità tecniche mobili comunali che comprendono anche i volontari della Protezione civile; informare la popolazione dei pericoli, effettuare la ricognizione delle persone non autosufficienti in situazioni di emergenza; garantire l’attivazione e la gestione di misure preventive o necessarie per il contrasto di eventuali effetti sul territorio, come ad esempio interruzioni o limitazioni stradali nei sottopassi, ponti, strade interessate da movimenti franosi.

 

Avvisi alla popolazione diramati


I primi cittadini delle zone che saranno interessate dal maltempo stanno provvedendo in queste ore ad avvisare la popolazione con messaggi sui social e con comunicati sui siti web istituzionali, qualcuno anche tramite sms. Per il resto, questa complessa procedura ha qualche possibilità di essere seguita punto per punto nei Comuni più grandi, dove ci sono più mezzi e personale. Difficile, invece, che ciò avvenga nei Comuni più piccoli, che sono la stragrande maggioranza, dove spesso il sindaco attacca pure i manifesti da solo. Eppure sono spesso proprio i piccoli Comuni, quelli con i territori più impervi ed isolati, i più esposti ai danni del maltempo.

 

Contraddizioni che stanno emergendo in questi ultimi giorni, dopo che la strage di escursionisti sul Pollino ha lacerato il velo di ipocrisia di una Regione che fingeva di sentirsi al sicuro soltanto perché aveva catalogato il pericolo in giallo, arancione e rosso.