«Abbiamo una sezione dedicata appositamente alla sanità e sono numerosi i giudizi di ottemperanza promossi dai creditori del servizio sanitario regionale». Lo ha dichiarato il presidente del Tar Calabria, Giancarlo Pennetti durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario avvenuto questa mattina alla presenza del presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini.

«Trattiamo molti debiti sanitari che oggi la legge impedisce di riscuotere presso le Asp e gli enti pubblici debitori benché questi crediti siano stati riconosciuti da un altro giudice, quello ordinario. La riscossione di questi crediti oggi è impedita perché in Calabria c'è una norma che in qualche modo tenta di reiterare, ma con una durata fino al 2025, l'esercizio di azioni esecutive. E quindi ci sono fornitori, imprenditori ma anche comuni cittadini che vantano crediti nei confronti delle amministrazioni e questa norma ci impedisce di nominare un commissario. Questo è un limite che dovrà essere esaminato nuovamente dalla Corte Costituzionale perché abbiamo sollevato una questione di legittimità anche di questa norma».

«Registriamo poi la mole di contenzioso legato all'inerzia nelle decisioni delle istanze che vengono presentate da strutture del settore privato che vogliono accreditarsi. Purtroppo problemi organizzativi dell'ufficio commissariale scontano un certo scollamento rispetto gli uffici amministrativi del dipartimento rendono difficoltoso la definizione nei tempi di legge di queste istanze. E diventa un problema perchè poi queste amministrazioni vengono condannate per l'inerzia al pagamento delle spese, e quando arriva il provvedimento che chiude quel procedimento è sempre un danno». Il presidente Pennetti ha poi fatto sapere di aver ricevuto dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, una relazione frutto di un tavolo tecnico: «Un documento di crudo realismo» lo ha definito il presidente del Tar. «Si tratta di una diagnosi credibile e giusta. Tocca agli organismi della Regione superare l'impasse».

«Noi dovremmo essere 12 e invece siamo 8. Un paio di magistrati in più non guasterebbero. I dati ci dicono che noi ci manteniamo abbastanza stabili poiché abbiamo assistito ad un calo di ricorsi durante il 2020, l'anno buio della pandemia, adesso stiamo tornando a crescere, noi riusciamo a tenere dietro i tempi medi di definizione dei nostri giudizi di primo grado sono sull'anno e mezzo. Noi vorremmo fare di più e meglio. Finora i concorsi hanno soddisfatto più le esigenze dei grandi Tar, noi vorremmo arrivare almeno a dieci magistrati».

«Ringrazio pubblicamente il presidente Frattini per questo atto di sensibilità. Venire qui da noi è stato un gesto che apprezziamo. C'è uno sguardo attento anche ai Tar periferici ma è importante ricordare a tutti che noi siamo un presidio e un baluardo per la Calabria e per le pubbliche amministrazione calabresi e per i cittadini che si rivolgono a noi». Il presidente è poi intervenuto sulle ordinanze contingibili e urgenti emanate e poi impugnate dinnanzi al Tar riguardanti la sospensione delle attività didattiche: «Abbiamo registrato un abbassamento delle impugnative dinnanzi al tar che si erano traformate in un braccio di ferro istituzionale. Credo che ciò nuoce al cittadino che non capisce a chi deve credere se al Tar o al Comune. I rapporti tra istituzioni devono rimanere tali - ha ammonito Pennetti - e non trasformarsi in liti tra amanti del braccio di ferro». 

In tal senso Pennetti si è richiamato ad un passaggio dell'intervento del presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini: «Il nostro compito non è quello di implacabili censori della legittimità degli atti ma forniamo anche indirizzi e atti di sviluppo».