Nel giorno dell’anniversario dell’uccisione del giovane biologo il testimone di giustizia abbraccia virtualmente Francesco e Sara che attendono giustizia per il figlio
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«La verità è solo sospesa ma arriverà». Il testimone di giustizia Rocco Mangiardi nel giorno dell’anniversario della morte di Matteo Vinci, il giovane biologo di Limbadi, ucciso due anni fa in un attentato con un’autobomba, si rivolge con un video messaggio ai suoi genitori, Francesco e Sara.
«Volevo dirvi di non scoraggiarvi, le persone che amiamo le respireremo sempre. Nessuno ci impedirà di respirarle, è la bellezza, non moriamo, non si muore quando si vuole bene» è il messaggio di speranza di Mangiardi rammaricato che le restrizioni per la diffusione del Covid-19, non gli permettano di raggiungere la coppia.
Una coppia coraggiosa, piegata dal peso degli anni, dei dolori e delle tragedie, ma che non ha mai smesso di urlare la sua sete di giustizia. Una sete che brucia anche nel testimone di giustizia lametino che nel video messaggio si lascia andare ad uno sfogo: «In questo momento le persone, gli animali, che stanno tirando avanti e stanno facendo affari sono i mafiosi, dice bene il procuratore Gratteri. Ci sono boss scarcerati, panifici sequestrati e aperti per non si sa quale motivo. Un altro è stato scarcerato perché aveva problemi a 65 a stare in carcere per il Coronavirus. Anche io ho 65 anni, ma non ho scelto il carcere, ho scelto di stare tra la gente per bene e anche qui fuori c’è il Coronavirus».
Poi il commiato: « Anche nell’assenza, anche se ogni tanto ci allontaniamo, sappiate che siamo sempre vicini. Ricordare le vittime innocenti significa amare le persone per bene e non farle morire e noi vogliamo tutti insieme che questa cosa non accada mai. Lotteremo sempre per la verità e la giustizia».