Il racconto di un imprenditore: «Le criticità già ci sono, bisogna adoperarsi per evitare danni permanenti». Il portavoce del coordinamento Coapi in Calabria: «Sbagliata l'idea di tutelare l'ambiente svuotandolo delle campagne e delle attività produttive»
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La siccità inizia a dispiegare i suoi effetti sull'agricoltura attraverso una evidente contrazione delle produzioni. Tra le aree maggiormente colpite in Calabria vi è il crotonese. «Da un anno le piogge sono assenti, era previsto ma adesso stiamo toccando con mano cosa ciò voglia dire, con rese bassissime di cereali e con la zootecnia che sta soffrendo tantissimo perché non si è riusciti ad approvvigionarsi di fieno per tutti gli animali» - ha dichiarato Pietro Rossi, presidente del gruppo agricoltori del crotonese partecipando all'iniziativa del Coapi, il coordinamento degli agricoltori e dei pescatori italiani costituitosi a seguito delle proteste dei trattori andate in scena tra il gennaio e il febbraio scorso per manifestare contro le politiche comunitarie.
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Ridotta la produzione di grano
A quei disagi - a cui si è tentato di dare voce scendendo in strada con i mezzi agricoli - si aggiunge adesso l'emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio il sud Italia. «Bisogna trovare una soluzione immediata. I danni all'agricoltura già ci sono e sono abbastanza evidenti» - ha aggiunto. «I terreni del marchesato nel crotonese producevano dai 40 ai 60 quintali ad ettaro di grano, quest'anno non abbiamo superato i 15 quintali ad ettaro. Per alcune aziende è stato un record, altre non hanno raggiunto neppure a 10 quintali».
Acqua insufficiente
Il commissario del consorzio di bonifica, Giacomo Giovinazzo, in una recente intervista a LaC News24 aveva annunciato la necessità di contingentare l'acqua ad uso irriguo. Al momento l'acqua presente nelle dighe e negli schemi idrici calabresi non è sufficiente a superare la stagione estiva ma per gli agricoltori «servono dei ristori immediati, altrimenti ci saranno danni permanenti, anche per l'economia dell'intera area».
Le iniziative del coordinamento
Queste le premesse degli incontri organizzati dal coordinamento sul territorio. Ieri mattina con i pescatori a Cirò Marina, ieri sera con gli agricoltori e gli allevatori a Cropani Marina. Le iniziative pubbliche si muovono nell'ambito delle giornate dedicate al diritto a produrre e ai diritti ambientali nel quadro della campagna "99 giorni per salvare l'agricoltura e la pesca". «È crollato ormai il racconto da Mulino Bianco di una Italia in cui l'agroalimentare funzionava perfettamente e tutti erano contenti. Gli italiani invece adesso sanno che è crisi, una crisi pesante» ha chiarito Gianni Fabbris, portavoce del Coapi.
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Ambiente vs Agricoltura?
Dal 4 aprile al 14 luglio le tappe degli appuntamenti che si concluderanno a Roma per la costituzione di una piattaforma di proposte da costruire dal basso. «Noi stiamo denunciando, e in Calabria sta diventando una evidenza drammatica, che il rischio in Italia è che prenda piede l'idea che per tutelare l'ambiente e il territorio bisogna svuotarlo dalle attività produttive attraverso un processo che vede un progressivo svuotamento delle campagne e la proliferazione di terreni incolti, incendi e desertificazione».
Aziende agricole a rischio
«Non bisogna affrontare la siccità come un fenomeno emergenziale per evitare di arrivare a queste conseguenze» ha chiarito ancora Luana Guzzetti, imprenditrice del catanzarese. «Bisogna intervenire tempestivamente perché questo determina la sopravvivenza delle nostre aziende. Il nostro intento è quello di formare una piattaforma dove gli agricoltori ma anche i cittadini comuni possano portare idee, proposte, consigli in un percorso condiviso con le istituzioni».