Il documento bipartisan approvato dalla maggioranza e da Fdi ha fatto registrare 13 voti contrari tra cui quello della ex grillina calabrese, strenua oppositrice anche del green pass
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La condanna della politica italiana verso l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, non è unanime come potrebbe sembrare. La risoluzione bipartisan approvata questa mattina in Senato dopo l’intervento del premier Draghi («Non volteremo la faccia dall’altra parte») ha fatto contare 244 voti favorevoli, e 3 astenuti e 13 contrari. A votare contro il documento - che propone di “esigere da Mosca il ritiro militare” e dà il via libera alla “cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione” - è stata anche la senatrice calabrese Bianca Laura Granato (Alternativa).
L’ex grillina, nota alle cronache nazionali per essere una strenua oppositrice del green pass (ad ottobre venne interdetta per dieci giorni dai lavori di Palazzo Madama proprio a causa della mancanza di certificato anti-Covid), si è messa di traverso all’approvazione della risoluzione firmata da tutti i capigruppo di maggioranza e sostenuta anche da Fratelli d’Italia. Contattata da LaC News 24, spiega la sua decisione con la volontà di «non aderire attivamente al conflitto russo-ucraino».
«Trovo sia veramente folle farlo - spiega -. Il delirio di onnipotenza alla base di questa risoluzione evoca in modo sinistro le campagne di Russia dei secoli scorsi. Si rischia il conflitto mondiale e tutta la maggioranza non ha esitato ad aderire alla proposta del Governo. Tra gli obiettivi strategici che potrebbero essere colpiti ci sono ovviamente le basi Nato in Italia».
Insomma, Granato nelle sue motivazioni non accenna a questioni di principio e non esprime un giudizio di merito sull’attacco russo, ma si limita a denunciare il pericolo per l’Italia di essere coinvolta nel conflitto. Una digressione politica se la concede soltanto quando stigmatizza il voto del Carroccio e dei Cinquestelle, che in diverse circostanze hanno apertamente sostenuto in passato il presidente Putin. «Tra tutti i parlamentari di maggioranza – aggiunge Granato - si sono distinte le dichiarazioni di voto dissonanti di Lega e M5s che hanno avuto evidenti difficoltà a giustificare la loro posizione».