L'attore che nella pellicola interpreta l'ex sindaco ha pubblicato degli scatti dal set: «Mai creduto alla sua colpevolezza, è il momento che la sua storia torni libera come lui». Dello stesso parere il sottosegretario alla Cultura: «Era un'indagine fondata sul nulla»
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È stato uno dei primi pensieri dopo aver appreso della sentenza di Appello che ha stravolto la sentenza di primo grado, riducendo la sua pena da 13 anni a 1 e 6 mesi. «A questo punto spero che pure la Rai si ricreda e mandi in onda la famosa fiction girata con Fiorello a Riace», ha detto ieri pomeriggio Mimmo Lucano che ha atteso la pronuncia dei giudici di Reggio Calabria proprio nel paese della Locride che ha lui stesso ha contribuito a far conoscere al resto d’Italia e non solo per il modello di accoglienza e integrazione dei migranti.
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E sulla fiction Rai dal titolo “Tutto il mondo è paese”, girata a Riace nel 2017 e mai andata in onda, è tornato ieri sera anche Giuseppe Fiorello, che sul suo profilo Instagram ha pubblicato alcune foto del set. «Avevo i capelli scuri e sono imbiancato molto in questi anni, ho dovuto aspettare troppo a lungo prima di pubblicare queste foto che ci ritraggono sul set del Filmtv Rai1 “Tutto il mondo è il paese”, lo faccio oggi per gioire con te Mimmo», ha scritto l’attore che nel film interpreta l’ex sindaco di Riace.
Fiorello: «Indimenticabili i giorni a Riace»
«Non ho mai creduto un solo istante alla tua colpevolezza e ho sempre avuto fiducia nella giustizia – ha aggiunto Fiorello -. Le nostre lunghe chiacchierate al telefono rimarranno sempre nel mio cuore e tante ancora ne faremo. Ho sempre lasciato la mia mano sul fuoco per te, per la tua onestà, per tutte le persone che ti amano e soprattutto per tuo padre che ho avuto l’onore di conoscere. Indimenticabili i giorni trascorsi a Riace per le riprese del film che ha raccontato con estrema libertà e poetica la tua favola moderna, la tua visione e il tuo progetto di vita senza mai aver avuto bisogno di farne una bandiera politica perché la tua è una storia umana e averla voluta raccontare mi inorgoglisce. Ora è arrivato il momento e mi auguro che la tua storia raccontata con la magia e il gioco di finzione del cinema possa tornare libera con te, come te e per il pubblico».
La messa in onda della fiction fu sospesa dalla Rai in seguito alle indagini che vedevano coinvolto Mimmo Lucano. «Non appena la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine, il Servizio pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti», scriveva in una nota l'Ufficio stampa Rai nell'autunno del 2018. Una posizione ribadita nel giugno 2021 di fronte al re-infiammarsi delle polemiche: «La messa in onda della fiction è, come da prassi, collegata all’esito del procedimento penale pendente nei confronti del signor Lucano»
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Sgarbi: «Indagine fondata sul nulla, Rai accolga appello Lucano»
Sul punto è intervenuto anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: «Spero che la Rai accolga l'appello di Lucano di mandare in onda la fiction girata a Riace e che racconta quell'esperienza straordinaria». Poi, commentando l’inchiesta che ha visto al centro l’ex sindaco di Riace e la sentenza di ieri, ha aggiunto: «Sin da subito, leggendo le carte, dissi che quella su Lucano era una indagine fondata sul nulla. L'accoglienza non può essere un reato. Lucano ha solo fatto scelte amministrative ispirate all'umana solidarietà. E quell'esperienza di accoglienza poteva diventare un modello, anche in ragione dell'integrazione tra la comunità locale e i migranti. Lo Stato ha sprecato migliaia di euro, mentre un uomo per bene è stato infangato e distrutto politicamente. Questa vicenda – conclude Sgarbi - ripropone il tema della qualità delle indagini preliminari, e dunque dello scrupolo e del rigore che dovrebbe ispirare il lavoro di chi indaga per evitare processi inutili».