L'aviosuperficie di Scalea torna al centro di aspre polemiche. A innescare la miccia, stavolta, è la pagina Facebook "Aeroporto di Scalea", che prima con un post e successivamente con un commento, ha denunciato presunti nuovi disagi legati ai soccorsi. Poco meno di un mese fa era stato il consigliere di minoranza Angelo Paravati a parlare apertamente di un altro episodio discutibile. Stando a quanto riferisce la pagina social del piccolo aeroporto privato, nel pomeriggio di oggi un giovane si sarebbe sentito male e le sue condizioni avrebbero richiesto l'intervento dell'elicottero del 118. Ma una volta giunto lì, il mezzo sarebbe atterrato nel parcheggio, come la volta scorsa, e non sulla pista, poiché al momento è chiusa e l'accesso via terra è impedito da catene e lucchetti. Il motivo è che nell'aprile scorso il rapporto di gestione stipulato tra il Comune di Scalea, proprietario della struttura, e le società riconducibili all'imprenditore Alberto Ortolani si è interrotto bruscamente a causa di uno sgombero ordinato dal sindaco Giacomo Perrotta ed eseguito dagli agenti della Polizia locale.

La decisione era giunta al termina di una lunga diatriba motivata dall'assenza del rinnovo delle concessioni. Nel frattempo, non si registra né un affidamento temporaneo dell'area né la pubblicazione di un nuovo bando e pertanto, in caso di necessità, si può accedere alla struttura tramite preavviso. Tale circostanza stride con le emergenze legate ai soccorsi e rischia di mettere in pericolo i pazienti, i sanitari e il pilota che deve effettuare le manovre di atterraggio e decollo in condizioni non ottimali.

La denuncia social

Stavolta la denuncia arriva direttamente dalla pagina Facebook "Aeroporto di Scalea". Dapprima, in un post, è apparsa la scritta: "Oggi in aviosuperficie ancora catene e catenacci per l'elisoccorso"; poi in un commento, è arrivata anche la spiegazione. Stando a quanto riferisce quella che per anni è stata la pagina ufficiale dell'aviosuperficie, in giornata, alle 15.19, l'elicottero del 118 sarebbe atterrato per ovvi motivi nel parcheggio della struttura, quindi esternamente alla pista vera e propria d'atterraggio. Dopo otto minuti, il mezzo di soccorso si è alzato in volo per raggiungere l'ospedale di Cosenza e garantire al giovane a bordo, a quanto pare in gravi condizioni, di sottoporsi alle cure necessarie. «Tutto sembra nella norma - si legge nel commento a corredo del post -, ma le catene apposte dal Sindaco, attraverso il suo Ufficio Tecnico, non si sono potute aprire, per operare secondo gli standard di sicurezza necessari. Solo i CC (i carabinieri, ndr), di scorta all'ambulanza si sono prodigati (ed intervenuti!) a dovere». Mentre  gli agenti di Polizia locale, che sarebbero giunti sul posto soltanto alle 15.31, «non erano in possesso delle chiavi, infatti, di lì a poco, arrivava (con molta calma!!!) il responsabile dell'ufficio tecnico con le chiavi, che visto che il paziente era stato già imbarcato e l'ambulanza era, anch'essa, andata via, girava le ruote della sua auto, e ...se ne andava!!!». In ultimo si legge: Ma vi sembra un comportamento da amministrazione responsabile e coerente? Confidiamo ancora di più nella magistratura!».