La recente perizia medico-legale, depositata in Procura, getta luce sulla tragica morte di Eugenio Plastina, avvenuta undici mesi fa nel Pronto soccorso dell'ospedale "Nicola Giannettasio" di Corigliano-Rossano. Con un'imponente relazione, emerge un quadro sconcertante: l'ascesso dentale che tormentava il 29enne si è trasformato in un'infezione letale, non adeguatamente curata, che alla fine lo avrebbe soffocato.

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Secondo quanto emerge dai dati peritali la terapia antibiotica prescritta dall'odontoiatra, Salvatore Spina, non ha sortito l'effetto desiderato, come confermato anche dall'esito della Tac eseguita prima dell'autopsia. Inoltre, il primo accesso in ospedale avrebbe richiesto un ricovero urgente, poiché l'infezione stava rapidamente progredendo verso il torace, causando una mediastinite fatale.

Questi risultati mettono sotto accusa sia l'odontoiatra che i medici del Pronto soccorso, tra cui Francesco Fusaro, Carmela De Vincenti, e Giovanni Putortì, coinvolti durante l'accesso di Plastina. La terapia inefficace e il ritardo nel ricovero sono considerati fattori determinanti nella tragedia. In particolare, emerge che l'estrazione del dente avrebbe potuto evitare l'aggravamento dell'infezione, circoscrivendola all'area sottomandibolare.

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I nomi degli indagati - Fusaro, De Vincenti, Putortì, Spina e il medico curante Domenico Plastina - risuonano ora nell'ambito di un'inchiesta per responsabilità medica e omicidio colposo. La famiglia di Eugenio, assistita dagli avvocati Pierpaolo Cassiano ed Ettore Zagarese, cerca giustizia per la tragica perdita del loro caro.