Ci sono anche le dichiarazioni del tutto inedite del nuovo collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, alla base degli arresti firmati dal gip distrettuale di Catanzaro nei confronti di Rosario Mantino, 42 anni, Francesco Fortuna, 23 anni, e Rosario Tavella, 27 anni, tutti di Vibo Marina. Sono accusati di concorso in estorsione, aggravata dalle modalità mafiose, ai danni di due pescatori di Vibo Marina, costretti a consegnare gratuitamente notevoli quantità del loro pescato dopo essere stati brutalmente aggrediti fisicamente con l’uso di un bastone ed anche verbalmente con frasi del tipo: “Qua a Vibo Marina comandiamo noi, adesso vado a prendere la pistola e questa sera ti sparo e sei morto…”. Nella notte del 13 giugno 2015, peraltro, dopo che Tavella e Fortuna “avevano già ricevuto due tonni da 30 chili ciascuno”, mentre l’imbarcazione si trovava ancora in Sicilia Fortuna e Tavella sono accusati di aver danneggiato gli pneumatici delle auto dei pescatori.

 

Estorsione e lesioni ad un pescatore: arrestato 42enne a Vibo

 

Al fine di far emergere lo spessore criminale degli indagati e la loro vicinanza al clan dei Piscopisani ed ai Tripodi, la Dda di Catanzaro svela per la prima volta alcuni interrogatori – in parte ancora omissati - resi da Raffaele Moscato, che a Vibo Marina era residente pur appartenendo al clan dei Piscopisani.

 

In quello datato 2 settembre 2015, il collaboratore di giustizia attribuisce a Rosario Mantino “della cosca Mantino-Tripodi” un omicidio a colpi di pistola, oltre ad un altro fatto di sangue commesso nel giugno del 2010 “per fare un favore” allo stesso Mantino.

 

In particolare, in ordine ad un fatto di sangue che avrebbe visto insieme i Piscopisani e persone di Vibo Marina, Raffaele Moscato spiega ai magistrati che Rosario Mantino gli fece vedere “con spavalderia l’arma con la quale tale soggetto doveva essere ucciso, una 357 magnum canna corta cromata, a tamburo, aggiungendo che quella era solo per scaricarla tutta sul petto della vittima, così come poi è successo”. Il collaboratore di giustizia Moscato aggiunge di non averne più “parlato con nessuno dopo l’omicidio perché non interessato al fatto e perché si era verificato proprio per come gli avevano raccontato “Rosario Mantino e Rosario Battaglia”, quest’ultimo ritenuto a capo del clan dei Piscopisani.

 

Estorsione ai danni di un pescatore nel Vibonese: secondo arresto

 

“Conosco poi Ippolito Fortuna – ha spiegato Moscato – unitamente al figlio Fortuna Francesco detto Checco ed il nipote Mantino Rosario. Anche questo soggetti andavano al ristorante Batò senza pagare ovvero pagando cifre irrisorie rispetto a quanto realmente consumato”. Il collaboratore indica poi alcuni soggetti, i cui nomi sono ancora coperti da segreto investigativo, che avrebbero partecipato prima del 2008 ad una rapina in una bisca insieme a Rosario Mantino il quale avrebbe “colpito con un colpo di pistola alla mascella uno dei soggetti che stava giocando”. Francesco Fortuna viene inoltre indicato da Raffaele Moscato come “parente di Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo, Davide Fortuna e Giovanni Battaglia”, tutti ritenuti dagli inquirenti come “soggetti di primo piano del clan dei Piscopisani”.

 

Su Rosario Tavella, il collaboratore di giustizia ha invece spiegato che si tratta di “un altro ragazzo di Vibo Marina che si metteva a disposizione quando gli chiedevo qualche cosa come ad esempio darmi le chiavi di casa, e che insieme a Francesco Fortuna frequentava casa mia e di mio fratello. Entrambi spacciavano droga che io gli consegnavo. Francesco Fortuna – ha aggiunto Moscato – mi ha inoltre accompagnato quando ho sparato ad un escavatore per un’estorsione dietro il cementificio di Vibo Marina. Francesco Fortuna – ha concluso Moscato – fa sicuramente parte della malavita e commetteva danneggiamenti, posizionava bottiglie incendiarie su mio incarico e faceva incendi di auto. E’ stato lui ad incendiare l’autovettura del vigile di Vibo Marina, fatto del quale sono ancora ingiustamente – ha riferito Raffaele Moscato – processato io.

 

Estorsioni e lesioni a un pescatore nel Vibonese: si costituisce un terzo responsabile

 

E’ stato inoltre Francesco Fortuna a mettere la tanica di benzina e dei proiettili al ristorante Sapore di Mare nel 2010-2011”. Davide Fortuna (ucciso dal clan Patania di Stefanaconi in spiaggia a Vibo Marina nel luglio 2012), ad avviso di Raffaele Moscato, avrebbe infine regalato a Francesco Fortuna per il suo compleanno una “pistola 6,35 per la quale Fortuna è stato pure arrestato a Pizzo dopo che aveva colpito con il calcio dell’arma un cameriere”.

 

Giuseppe Baglivo