Per l’accusa Antonino La Scala ha ucciso un 84enne e la moglie e poi ha tentato di coprire le proprie tracce inscenando un incendio. La ricostruzione degli investigatori e il coinvolgimento (nel 2019) in un’inchiesta sui traffici di marijuana tra Calabria, Toscana e Albania
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È Antonino La Scala, 46 anni, il calabrese accusato del duplice omicidio dello scorso 5 dicembre a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, nel quale hanno perso la vita Umberto Della Nave (84 anni) e la moglie Dina Del Lungo (83). I due, ha chiarito una seconda autopsia voluta dalla Procura per chiarire alcune anomalie, sono stati uccisi in modo brutale, lui picchiato e accoltellato alla gola, lei strangolata. A La Scala, trasferito da tempo in Toscana dal Vibonese, il pm Marco Mescolini i contesta i reati di omicidio volontario, rapina e tentato occultamento di cadavere. Il movente dell’omicidio è ancora ignoto, ma – secondo quanto emerso – tutto ruoterebbe attorno ai soldi. La Scala avrebbe cercato di impossessarsi del denaro custodito in casa da Della Nave e avrebbe tentato una rapina. Davanti alla reazione delle vittime avrebbe reagito con violenza spropositata per poi frugare nelle stanze e portare via circa 3mila euro. Quel denaro, racconta Repubblica, sarebbe poi stato utilizzato per l’acquisto di un’auto usata. Quella sulla quale è stato poi individuato e arrestato. Il successivo incendio, ritenuto inizialmente causa della morte dei due anziani, sarebbe stato una messinscena per coprire le tracce dell’assassino.
La ricostruzione del duplice omicidio
Il giorno successivo, durante un sopralluogo della scientifica e del pm, sono affiorati i primi sospetti. Prima una traccia di sangue nei pressi della porta, poi altre sparse per la casa, particolare stridente con la dinamica ricavata fino a quel momento, secondo cui l’anziano era stato avvolto dalle fiamme mentre tentava di soccorrere la moglie. Tutto indicava la presenza di una terza persona, che avrebbe rovistato alla ricerca di soldi e oggetti preziosi con le mani ancora sporche di sangue, forse dopo essersi tagliato. L’autopsia ha completato il quadro con particolari scioccanti: Della Nave sarebbe stato picchiato e accoltellato, la donna forse strangolata. E infine l’incendio innescato per cancellare le prove.
L’inchiesta del 2019 sui traffici di droga tra Calabria e Toscana
Dal passato di La Scala, che ha una moglie e un figlio, emergono piccoli e grandi guai con la giustizia. Trapiantato da tempo a Bagno a Ripoli, l’uomo ha precedenti per droga che lo collegano a contesti criminali di un certo rilievo. Nel dicembre 2019 fu l’ultimo a essere rintracciato in un’operazione della Dda di Firenze: nel mirino era finita una gang composta da nove indagati (sette albanesi e due italiani), accusati i di trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti: in sei finirono in carcere e uno agli arresti domiciliari, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per gli altri. Secondo gli investigatori, La Scala aveva avuto un ruolo in un vasto traffico di droga (principalmente marijuana) realizzato da persone di origine albanese nella provincia di Firenze, con il coinvolgimento di Valerio Navarra, un calabrese residente in Toscana considerato vicino al clan di Zungri. Navarra, punto di riferimento dei traffici, fu arrestato a Rombiolo ma viveva stabilmente da qualche anno a Montecatini Terme dove gestiva la pizzeria “Contessa”. La Scala si trova ora rinchiuso in una cella del carcere di Sollicciano, in attesa dell’udienza di convalida.