Cooperare socialmente per fare rete, uscire dall'emarginazione e incrementare gli aiuti sul territorio dell'alto Tirreno cosentino. Se n'è parlato a Scalea, nel corso di un incontro organizzato dalla cooperativa sociale "Progetto Germano", che per l'occasione ha invitato in sede anche il vescovo della diocesi San Marco Argentano - Scalea, monsignor Stefano Rega. Al dibattito, moderato dalla giornalista Nicoletta Toselli, hanno contribuito anche esponenti del mondo dell'associazionismo e dell'amministrazione comunale, con in testa il sindaco Giacomo Perrotta.

Un nuovo punto di partenza

Per la cooperativa "Progetto Germano" e il suo presidente Fabio Cifuni non sono stati mesi facili, quelli appena trascorsi. Da sempre si occupano non solo di fornire aiuto alle persone in difficoltà, ma anche di contrastare il disagio sociale e la criminalità locale, ma di recente le intimidazioni, puntualmente denunciate, si sono moltiplicate. L'ultimo vile gesto, l'ennesimo incendio appiccato all'orto sociale gestito da Cifuni, risale a tre giorni fa. Questo e altri motivi, come il mancato aiuto da parte delle istituzioni, avevano spinto i volontari della cooperativa a mollare la presa e a chiudere i battenti, mandando all'aria anni di lavoro. Così, dopo un momento di sconforto, il presidente Cifuni ha deciso di restare e chiedere aiuto. «Vogliamo che sia un punto di partenza - dice Cifuni ai nostri microfoni -. Eravamo arrivati al punto di voler smettere di fare cooperativa sociale, però poi, con un po' di discernimento, ci pensi e dici che non devono vincere gli altri, non può vincere chi non ha lo stesso nostro scopo, che è quello di difendere la dignità delle persone. Questo deve essere un nuovo inizio».

Il vescovo invita alla fiducia

«È stato molto bello ascoltare tutti - sono invece le parole di monsignor Rega -. Questo è già un modo per cooperare e metterci insieme, ascoltarci, ognuno esprime la propria idea. Il mio messaggio è quello di poter fare comunità, creare alleanze, sinergia tra di noi. Ho ascoltato con piacere alcune parole, fiducia e umiltà, che sono elementi importanti perché si possa fare comunità».  Poi ha concluso: «Ognuno deve essere disposto a rinunciare a qualcosa per fare spazio agli altri. Oggi purtroppo tutti ci guardiamo con un po' di diffidenza, abbiamo paura degli altri, pensiamo sempre che dietro una parola, un'azione, un gesto, magari ci sia un altro scopo, invece abbiamo bisogno di recuperare un senso di fiducia e vedere l'altro non come un nemico da combattere, ma come qualcuno che può insegnare qualcosa e dare qualcosa di bello alla vita».