VIDEO | Da oltre una settimana la frazione collinare di Mosorrofa costretta a fare i conti con una grave carenza idrica. La rabbia dei cittadini: «L’acqua è un diritto non un favore. Noi abbandonati dalle istituzioni»
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La storia, quella cattiva, si ripete e si ripete sempre più spesso. Da oltre una settimana i cittadini di Mosorrofa, frazione collinare a dieci chilometri dal centro di Reggio Calabria, sono senza acqua. Un problema atavico che vessa gli abitanti i quali si sentono sempre di più abbandonati dalle istituzioni. Gli ultimi guasti alla condotta idrica stanno mettendo a dura prova la pazienza dei quasi duemila cittadini che sono costretti a fare giù e su dalle fontane, sparse sul territorio, con bidoni e bottiglie al seguito. Un disagio davvero grande per tutti soprattutto dagli anziani, dai nuclei familiari, numerosi e non, e anche delle attività commerciali. Ad esempio i bar sono costretti ad usare la plastica per preparare un semplice caffè, con un aumento dei costi e un disservizio per i clienti che già non sono tanti, vista la crisi economica generale dell’intera città dello Stretto.
«Siamo soli - ci dice una residente- il Comune non ha la minima idea di quello che stiamo subendo. Qui nessuno si vede, né il sindaco, né gli assessori, né i tecnici. Nessuno sa quando il guasto verrà riparato. Siamo in balia della cattiva gestione amministrativa». La loro rabbia è comprensibile ma non lo sono invece gli ennesimi disservizi alla rete idrica che sarebbero dovuti cessare grazie all’arrivo in città dell’acqua del Menta, il cui impianto è stato inaugurato solo ad ottobre scorso dal governatore Mario Oliverio, dal presidente del consiglio regionale Nicola Irto e dal sindaco Falcomatà, che in pompa magna avevano annunciato «la fine della grande sete» per Reggio Calabria. Una sete che continua invece ad essere patita soprattutto in periferia, nell’indifferenza delle Comune e della Città metropolitana.
«La città di Reggio-< ci dice un altro cittadino di Mosorrofa- non inizia a piazza De Nava e non finisce a piazza Garibaldi; ci sono le periferie che sono abitate da reggini- continua - che pagano le tasse come tutti gli altri. Non possiamo essere trattati come gente di serie B. L’acqua è un diritto non un favore». Quello che, però ci tengono a sottolineare i tantissimi cittadini di Mosorrofa è che i disservizi degli ultimi giorni non sono una novità. La problematica infatti, persiste da anni e chi non ha possibilità di possedere un’autoclave per giorni e giorni puntualmente è senza acqua in casa. «I serbatoi sono diventati lussi - afferma una residente - è impossibile vivere così. Neanche gli animali vivono in queste condizioni. Come si fa a mantenere sufficienti condizioni igieniche? Gli anziani come fanno a lavarsi con le bottiglie? Ma siamo nel terzo mondo o peggio?». A questa domanda devono rispondere da Palazzo San Giorgio, ma nessuno al momento è riuscito non solo a risolvere il problema, ma anche a non fornire una data per l’erogazione idrica. «C’è chi dice che entro lunedì aggiustano tutto, chi sostiene non prima di metà della prossima settimana. Fatto sta - ha sottolineato un altro residente- che niente sappiamo e niente sapremo visto che nessuno si degna di fare le giuste comunicazioni alla popolazione. Poi, però quando devono venire a chiedere i voti dell’esistenza di Mosorrofa e delle periferia allora sì che se ne ricordano».
Un grido di dolore e di amarezza che si leva da una delle frazioni più popolose della città e che potrebbe rappresentare un vero “gioiello” incastonato tra le campagne dove sono presenti tantissimi lavoratori, aziende agricole, mestieri che non sono stati inglobati dalla modernità, ma che proprio per questi continui disagi attestano come Reggio, e chi l’amministra, in buona sostanza è ancora arenata ai vecchi modelli strutturali e organizzativi e che il titolo di “città metropolitana” rischia, sempre di più, di essere solo una sterile dicitura sulla carta intestata.