VIDEO | Il bilancio della Regione chiude a -58 milioni di euro: «Risultato negativo ma in miglioramento». La sezione di controllo giudica invece «sconfortante» la spesa per il personale sanitario. E sul Por scrive: «C'è il rischio di perdere i finanziamenti»
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«Il risultato seppur negativo è in miglioramento rispetto a quello dell'anno precedente e il ritmo programmato del ripiano del disavanzo risulta rispettato». Il bilancio d'esercizio 2023 della Regione Calabria chiude a -58 milioni. È quanto si legge nella relazione della sezione di controllo della Corte dei conti sul giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione.
Secondo quanto emerge dall'analisi condotta dai giudici contabili resistono però ancora criticità legate innanzitutto alle riscossioni e alle gestioni di competenza e gestione residui. «Ciò oltre a confermare le criticità già emerse nell'esame nel rendiconto 2022 è indice di una situazione potenzialmente rischiosa anche in considerazione del breve arco intertemporale trascorso a fronte del consistente incremento dello squilibrio di cassa» annota nella sua relazione la presidente di sezione, Rossella Scerbo.
Sanità, quadro «sconfortante»
Sul fronte sanitario, l'analisi condotta dalla Corte dei Conti risulta incompleta a causa «di riscontri istruttori pervenuti tardivamente e di cui non si è potuto tener conto» ai fini del giudizio. Non risultano adottati tutti i bilanci 2023, e alcuni di quelli relativi al 2022 sono ancora in fase di riadozione, Azienda Zero non è ancora entrata a regime «essendo ancora in corso le attività finalizzate al subentro nelle funzioni di Gsa e delle aziende». Ciò continua a reiterare «criticità da sempre riscontrate»: ristagno di liquidità.
«Il trend crescente delle somme non trasferite e rimanenti in gsa che aveva caratterizzato il periodo 2021/2022, esercizio quest'ultimo che aveva evidenziato un incremento pari al 35% rispetto all'esercizio precedente, nel 2023 registra una inversione di tendenza nella misura in cui le somme rimaste in gsa risultano pari a 355 milioni. Ciononostante la consistenza di tali somme seppure in diminuzione appare ancora di notevole entità».
La sezione rileva poi «il mancato utilizzo di copiose risorse che restano annualmente inutilizzate con l'effetto di paralizzare o recare sofferenza all'attività corrente delle aziende le quali per far fronte ai pagamenti commerciali si vedono costrette a ricorrere alle anticipazioni di tesoreria, cui si associano ingenti oneri finanziari».
«Sconfortante» per la sezione controllo poi il quadro che emerge dall'analisi della spesa del personale sanitario. «Criticità profonde che notoriamente affliggono il sistema sanitario calabrese». A tale proposito si legge nella relazione: «In merito ai bandi di concorso per posizioni sia a tempo determinato che indeterminato e ai bandi per l'assunzione a seguito di mobilità restituisce un quadro sconfortante connotato da innumerevoli rinunce, esclusioni per mancanza di requisiti, bandi andati deserti, assenza di nullaosta per la mobilità».
Per gli aspetti contabili, la Corte dei conti registra un peggioramento del risultato d'esercizio tra il 2022 e il 2023 per tutte le aziende del servizio sanitario.
Male anche sui fondi comunitari
Male anche sulla spesa dei fondi comunitari. «Dal punto di vista dei fondi Fesr e Fes, il Por Calabria presenta in assoluto i rapporti percentuali più bassi di avanzamento, sia in termini di impegni (l'80,96%; nel 2022 era pari al 49,87%) sia in termini di pagamento (il 62,30%; nel 2022 era pari al 49,87%). Dunque la performance di spesa del 2023 non è stata ottimale pur con un dato percentuale in crescita rispetto all'esercizio precedente. La Regione Calabria si colloca ancora all'ultimo posto nell'elenco delle regioni meno performanti ed ancora nel 2023 presenta il rischio di perdere risorse eventualmente non utilizzate».
La requisitoria del procuratore Palma
A chiusura del programma, le procedure (bandi/avvisi) attivate dalla Regione hanno raggiunto la cifra complessiva di 3.155.710.252 (pari al 142% delle risorse complessivamente assegnate al programma, dopo l'ultima revisione. Lo si legge nella relazione: «L'analisi effettuata dalla sezione ha però evidenziato che alla data del 31 dicembre 2023 sono emerse risorse non più impiegabili (perché non sono state fatte oggetto di bandi o avvisi) per 138 milioni (60 milioni per Fse, 78 milioni per Fesr)». Una circostanza riferita anche nella sua requisitoria dal procuratore regionale, Ermenegildo Palma.
«Non ci sono novità particolari in materia di sanità rispetto alle criticità rilevate lo scorso anno» ha evidenziato. «Anche se l'attività della gestione commissariale è sicuramente caratterizzata da un importante dinamismo. La differenza rispetto all'anno scorso è che abbiamo dati che certificano uno scollamento tra attività della gestione commissariale e management apicale della Regione con il management aziendale. Gli atti di indirizzo sono stati dati ma stenta ancora ad esserci una realizzazione, risultati tangibili ed evidenti».
«Nel resto della gestione comunque ci sta il problema già segnalato l'anno scorso dell'utilizzo incompleto dei fondi del programma operativo con la necessità di verificare quali sono i motivi di questo rallentamento rispetto all'investimento complessivo, superiore ai 2 miliardi e 200 milioni. Bisogna prendere le giuste misure - ha aggiunto il procuratore - per evitare che il nuovo programma operativo e il Pnrr subiscano gli stessi effetti dilatori o risultati non completi».
«Si tratta di risorse irripetibili - spiega ancora Palma - che se non utilizzate certificheranno il gap strutturale della Calabria con il resto delle regioni d'Italia. La gestione contabile complessiva è caratterizzata da una regolarità, che però non significa raggiungimento del risultato, non significa ipotesi di totale liceità di tutto quello che si è fatto ma è già un dato significativo che consente nel ciclo di bilancio di avere una continuità tra l'esercizio finanziario precedente e quello in corso».
«Non c'è una realtà aziendale virtuosa» ha poi detto in riferimento alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. «Ci sono tante realtà aziendali con criticità diverse, con grandi eccellenze ma questo non comporta ad esempio che il flusso migratorio verso il resto d'Italia cessi o abbia dimensioni inferiori».