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Dopo la notizia della piccola chiesa di contrada 'Prisdarello' a Gioiosa Jonica ristrutturata con i soldi dei clan mafiosi, il vescovo di Locri e Gerace, Monsignor Oliva interviene per chiarire la vicenda: 'A me risulta che quella piccola chiesetta intitolata a Sant’Antonio è stata realizzata diversi anni fa con grande partecipazione della piccola comunità locale attraverso prestazioni di mano d'opera dei fedeli e con piccoli contributi in denaro'. A parlare era stato il pentito Antonio 'Titta' Femia che, nel corso di un interrogatorio, ha fatto il nome di Nicola Antonio Simonetta, esponente di spicco della 'ndrina di Prisdarello, come colui che ha finanziato i lavori della chiesetta. "Ma - continua il religioso - se ci fosse anche solo il sospetto di un contributo proveniente da clan mafiosi, consegno a voi parroci e alle caritas parrocchiali una congrua offerta a titolo di riscatto della piccola chiesetta'.
Il testo integrale della lettera scritta da Mons. Oliva
Carissimi Sacerdoti e parroci di Gioiosa Jonica,
Carissimi fedeli,
Le notizie di questi ultimi giorni hanno riportato l'attenzione sul triste fenomeno dell'usura. Un fenomeno che sta condizionando molto la già misera economia di molte famiglie. Sono in aumento le famiglie in crisi per sovraindebitamento. È tornata l’usura della porta accanto, che approfitta della solitudine di quelle famiglie che versano in condizioni fallimentari, non in grado di progettare un futuro con i propri figli o per i propri figli. Occorre lottare con tutte le forze per resistere a questa gravissima piaga sociale, che genera fallimenti non solo economici, ma anche familiari ed esistenziali. Mi auguro che quanti sono vittime dell'usura trovino il coraggio e la forza di denunciare. Solo così si può uscire fuori da questa pericolosa spirale. Non vi sono altre vie di uscita. La Fondazione diocesana antiusura Santi Medici Cosma e Damiano svolge un importante lavoro di sostegno, che però non basta per venire incontro a tutti coloro che vi ricorrono ormai stretti nella morsa dei debiti, a rischio di usura e di finire in mano alla malavita organizzata che ne allunga l’agonia, senza risolverne i problemi. Nello scorso anno la Fondazione ha effettuato una ventina di interventi con fondi speciali del Ministero, impiegando una somma in denaro superiore ai cento mila euro. Sono una goccia dentro il mare. Ma anche le parrocchie attraverso i parroci e le Caritas parrocchiali di Gioiosa non sono restate a guardare e, pur con risorse limitate, hanno fatto del loro meglio per accogliere il grido di aiuto di tante vittime dell'usura.
Mentre esprimo la mia sofferenza di fronte a questa piaga sociale, sento il bisogno di invitare quanti sono incappati nelle mani degli strozzini a reagire. Non basta subire. La fondazione antiusura è pronta a costituirsi anche parte civile. Ma occorre la denuncia, che è sempre un atto civile di grande coraggio. Apprezzo quanti hanno saputo sporgere denuncia, consentendo alle forze dell'ordine di intraprendere azioni di indagine giudiziaria.
Carissimi Sacerdoti parroci,
Cari fedeli,
Conosco le vostre ristrettezze economiche, ma anche la generosità con cui portate avanti tante attività religiose, iniziative di formazione e lavori di costruzione e di restauro delle chiese. Per questo spendete tanti dei vostri risparmi. In più occasioni ho invitato ad essere sobri anche nell'organizzazione delle feste popolari, a realizzare in tali occasioni delle opere-segno a favore dei più poveri o per rispondere a qualche emergenza della comunità. In modo più sobrio e più solidale di fare festa. Vi chiedo però di non accettate denaro "sporco", offerte da mani criminali o dai clan mafiosi, per la realizzazione delle opere della chiesa, quando è chiara la loro provenienza. So che non sempre è facile avere contezza di questo. Diciamo con chiarezza che non ne abbiamo bisogno. Mi è tanto dispiaciuto leggere che una piccola chiesa di una vostra contrada “Prisdarello” sarebbe stata costruita col contributo dei clan mafiosi sulla base della testimonianza di un collaboratore di giustizia. A me risulta che quella piccola chiesetta intitolata a Sant’Antonio è stata realizzata diversi anni fa con grande partecipazione della piccola comunità locale attraverso prestazioni di mano d'opera dei fedeli e con piccoli contributi in denaro. A questi fedeli e a quanti collaborano con sacrifici, spirito di liberalità, amore e generosità alle opere della Chiesa dico grazie. Ma se ci fosse anche solo il sospetto di un contributo proveniente da clan mafiosi, consegno a voi parroci e alle caritas parrocchiali una congrua offerta a titolo di riscatto della piccola chiesetta. L’offerta va destinata a qualche famiglia bisognosa. Ci auguriamo però che i sospetti sollevati non cancellino la lealtà, onestà e generosità dei tanti fedeli che con i loro sacrifici personali hanno voluto erigere la loro chiesetta ed hanno sempre partecipato alle necessità della chiesa.
Con l’occasione auguro a tutti di vivere la gioia pasquale nell’incontro col Signore risorto, nostra pace.
Francesco Oliva