Per l’avvio del corso intensivo di italiano tra i cubi dell’Università di Arcavacata, ad accogliere la terza brigata di medici cubani giunta in Calabria, composta da 98 elementi pronti a prendere servizio nelle strutture ospedaliere, è il rettore Nicola Leone. Insieme al docente delegato per la internazionalizzazione Lorenzo Caputi e alla presidente del Centro Linguistico d’Ateneo Anna Maria De Bartolo, il magnifico ha ribadito il sostegno del mondo accademico alla iniziativa avviata dalla Regione per tamponare l'emergenza sanitaria riconducibile alla carenza di personale, ma anche la propensione del Campus ad accogliere rappresentative provenienti dall’estero. L’Unical peraltro è la prima del Mezzogiorno per studenti di nazionalità non italiana, di origine sia comunitaria che extracomunitaria.

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Campus internazionale

«Crediamo in questo progetto e siamo disponibili alla collaborazione istituzionale – ha dichiarato Leone – È la terza esperienza che affrontiamo ed abbiamo verificato già in passato la motivazione di questi gruppi di medici che prima di entrare in corsia devono assumere padronanza con la lingua italiana. L’internazionalizzazione poi è un fiore all’occhiello per noi. In questo ambito ospitiamo una comunità cubana di studenti molto numerosa. Studenti di ottima qualità».

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Esperienza entusiasmante

Con il jet lag ancora da smaltire, gli specialisti, assistiti dalla capo delegazione Damarys Alvarez Zapata, hanno mostrato entusiasmo e positività dopo il primo impatto con il nuovo ambiente. Qualcuno ha intrecciato rapporti con i medici già in servizio da qualche mese, ricavando un’ottima impressione: «Abbiamo contattato alcuni colleghi del primo gruppo – conferma Yordanka Del Risco Mateos, specialista in ginecologia e destinata all’ospedale Compagna di Corigliano - Ci dicono che la loro esperienza è stata molto buona, anzi eccellente. Siamo felici di essere qui, in questo Campus meraviglioso. Vogliamo sostenere i calabresi nell’affrontare la difficile emergenza sanitaria».