L’allarme lanciato da Pasquale Varì portavoce del comitato per l’ospedale dell’Alto Mesima si è rivelato più che fondato. Il bambino di sette anni con un’insufficienza renale che necessita di due trattamenti di dialisi a settimana non potrà riabbracciare a Pizzo i nonni calabresi, perché nella nostra Regione mancano posti letto e strutture idonee. Prive di fondamento si sono rivelate pure le rassicurazioni dell’Asp di Vibo Valentia che la nostra redazione aveva contattato.

Era stato lo stesso referente sanitario aziendale Antonio Talesa a garantire un posto all’Annunziata di Cosenza per il piccolo Domenico. La doccia fredda è arrivata poche ore fa, quando il medico del Gaslini di Genova che ha in cura il bambino, ha contattato le Asp di Vibo e Cosenza. La prima ha riferito di non avere l’attrezzatura idonea per la dialisi pediatrica, mentre Cosenza ha risposto di non avere posti disponibili perché a luglio e agosto il personale va in ferie.

«Possiamo garantire la dialisi pediatrica a chi arriva in regione solo da settembre», avrebbe riferito il medico cosentino al collega del Gaslini. Un termine incompatibile con gli impegni lavoratori della coppia di emigrati calabresi che da anni vive a Genova e che ogni anno ritornava nel Vibonese dove risiedono i nonni materni.

«L’Asp di Vibo ci ha illuso - afferma Giovanni, il papà del bambino - sarei stato disposto ad affrontare duecento chilometri per raggiungere Cosenza due volte a settima, pur di far trascorre a mio figlio del tempo insieme ai nonni, e invece non ci sono posti disponibili perché il personale va in ferie».

È il secondo anno consecutivo che Domenico non può riabbracciare i nonni. Nel 2020 fu infatti operato allo stomaco, quest’anno invece non può scendere perché la Calabria non assicura il trattamento. Quattro mesi fa al bambino è stata diagnosticata un’insufficienza renale che gli impone la dialisi due volte a settimana.

«Fa male dovere rinunciare alla vacanza perché mancano servizi sanitari essenziali», l’amaro commento del padre del piccolo: «È stata una grande delusione per mio figlio. Quando gli ho comunicato che non saremmo potuti scendere dai nonni ha pianto. Un bambino forte, ma già provato dalla malattia e dall’attesa di un trapianto di rene. Unica speranza per potere tornare alla sua vita di sempre. Fino ad allora dovrà rinunciare ai nonni. E anche noi dovremo rinunciare ai nostri anziani genitori, alla nostra amata terra che è bellissima, ma che non funziona e che tiene lontani i suoi figli».