«Chiediamo che la nuova caserma dei carabinieri di Cetraro, costruita da tempo, diventi finalmente operativa». Lo ha detto il sindaco della cittadina tirrenica Ermanno Cennamo durante il Consiglio comunale aperto, indetto dopo l'intimidazione subita sabato sera dal maresciallo Orlando D'Ambrosio, comandante della locale stazione dei carabinieri, la cui auto è stata fatta oggetto di colpi di arma da fuoco.

All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, alcuni sindaci dei comuni limitrofi, il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, la deputata Enza Bruno Bossio, diversi consiglieri regionali e i rappresentanti dell'associazione Libera. La struttura situata nella frazione Marina non è mai stata assegnata alla sua originaria funzione a causa di alcuni intoppi burocratici, superabili, secondo il primo cittadino in trenta giorni.

«Abbiamo bisogno di una risposta immediata - ha detto Cennamo - e aspettiamo un incontro con il ministro dell'Interno a breve, perché non si è trattato di un attacco ignobile solo ai carabinieri, ma all'intera città, che respingiamo con forza. È un atto di quattro balordi che speriamo vengano individuati e arrestati immediatamente, perché la città non deve tornare indietro». L'attento è stato commesso a pochi giorni da un'operazione antidroga dei carabinieri che hanno effettuato diversi arresti contro un'organizzazione vicina alla cosca di 'ndrangheta dei Muto, storica consorteria criminale egemone sul territorio.

«È nostro dovere esserci - ha detto don Ennio Stamile referente di Libera - perché sparare a quell'ora non significa solo attentare alle forze dell'ordine e allo Stato, ma anche mettere a rischio i passanti, bambini e ragazzi che erano lì, ignari di questi balordi. Questo non è un gesto di criminalità comune, ma è un gesto mafioso».