La sua amministrazione fu sciolta nel 2014 per infiltrazioni mafiose confermate da Tar e Consiglio di Stato. In appello fu dichiarato incandidabile
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Un’interdittiva antimafia è stata decisa per l'attività imprenditoriale di Pino Giuliano, operatore turistico di Capo Vaticano ed ex sindaco di Ricadi la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Scioglimento confermato dal Tar e dal Consiglio di Stato che hanno respinto il ricorso di Giuliano e di altri ex amministratori comunali, compresi anche alcuni supporters di primo piano in campagna elettorale dell’attuale amministrazione comunale i cui presentatori della lista sono in un caso coincidenti fra la vecchia amministrazione e la nuova.
L’informativa interdittiva antimafia porta la firma del prefetto di Vibo Valentia, Giuseppe Gualtieri, ed impedisce alle imprese di Pino Giuliano di poter instaurare rapporti con la pubblica amministrazione. In pratica si ipotizzano condizionamenti o ingerenze mafiose nell'attività imprenditoriale di Pino Giuliano. Nelle scorse settimane, lo stesso ex sindaco era stato dichiarato dalla Corte d’Appello di Catanzaro (sezione civile) incandidabile per un turno elettorale alle elezioni comunali in quanto ritenuto responsabile con i propri atti e comportamenti dello scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi del Comune di Ricadi. Nella sentenza, che ha accolto il ricorso del Ministero dell’Interno, nei confronti dell’ex sindaco Pino Giuliano e dell’ex assessore ai lavori pubblici del Comune di Ricadi, Giuseppe Di Tocco sono state ravvisate condotte di "compiacenza, perdurante noncuranza, inerzia, lassismo e colpevole tolleranza che hanno reso l’amministrazione comunale permeabile ai condizionamenti mafiosi, creando i presupposti per lo scioglimento”. Dall’attività degli investigatori antimafia è inoltre emerso “in maniera molto chiara – aveva sottolineato la Corte d’Appello - il pervicace impegno da parte della cosca Mancuso nel sostenere la lista capeggiata da Giuliano". L’ex sindaco (in foto) avrebbe anche assunto “un familiare del capo indiscusso della locale ‘ndrina presso una struttura turistica di cui è titolare”.
Secondo infatti il decreto di scioglimento per mafia del Comune di Ricadi, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, la Prefettura di Vibo ed il Viminale contestavano all’ex sindaco, Pino Giuliano, fra le altre cose, di aver realizzato un proprio complesso turistico servendosi di una ditta vicina ad una cosca, assumendo poi in tale struttura il congiunto di un capoclan ed un killer del clan La Rosa di Tropea passato in seguito fra i collaboratori di giustizia (Peter Cacko). Ora, quindi, l’interdittiva antimafia della Prefettura di Vibo Valentia che colpisce le attività imprenditoriali di Pino Giuliano (villaggi turistici fra i più prestigiosi di Capo Vaticano) il quale dalla notifica del provvedimento avrà 90 giorni di tempo per impugnare il provvedimento dinanzi al Tar.