La violenta aggressione del 6 agosto scorso aveva suscitato profonda indignazione in tutto il Paese. Una insegnante era stata selvaggiamente pestata a Tortora, all'estremo nord della provincia di Cosenza, dove la donna si trovava in vacanza. L'accaduto era stato prima denunciato ai carabinieri, poi pubblicamente sui social dove la docente non aveva esitato a pubblicare le foto del proprio volto tumefatto dai colpi subiti, per scuotere le coscienze e l'opinione pubblica sull'accaduto.

Disposti i domiciliari

Questa mattina i presunti responsabili sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai carabinieri della compagnia di Scalea, supportati dai militari di Torre del Greco, in esecuzione di una ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Paola e richiesta dalla Procura della Repubblica diretta da Pierpaolo Bruni. Si tratta di due uomini, B.G. e B.C. rispettivamente di 45 e 72 anni, e di due donne, M.L. di 70 anni e S.A di 40, tutti di San Giorgio a Cremano. Sono accusati in concorso di tentata rapina e lesioni personali aggravate.

Gli episodi contestati

Due gli episodi subiti dalla vittima: il primo risalente al 4 agosto scorso: dopo aver accudito alcuni cuccioli di cani randagi riceveva dai quattro arrestati minacce di morte estese ai suoi familiari ed ai cagnolini che aveva appena curato e portato con sé per poterli affidare ad un’associazione di volontariato; il secondo consumato il successivo 6 agosto, nel mentre viaggiava a bordo della propria bici, concretizzatosi con il tentativo di una ragazza di sottrarle il telefono cellulare e con l’aggressione di altri due uomini sopraggiunti, uno dei quali colpiva la donna con pugni all’altezza dell’occhio sinistro. Nonostante la vittima fosse rovinata a terra, l’aggressione continuava con estrema violenza, venendo percossa ripetutamente con pugni su tutto il corpo.

Accertamenti immediati

Alla vittima, una volta trasportata in ospedale, venivano riscontrate contusioni ed ematomi multipli, la scheggiatura di un dente ed un trauma cranico. Gli immediati accertamenti investigativi disposti dalla Procura della Repubblica di Paola, raccolti dai carabinieri della stazione di Praia a Mare, permettevano l’emissione dei provvedimenti restrittivi nei confronti degli indagati, rintracciati dai carabinieri di Scalea in territorio campano.