L’ex governatore della Calabria reagisce nuovamente all’inchiesta della Dda che lo vede coinvolto: «È stata anche divulgata la notizia falsa del mio arresto con l’aggravante mafiosa nonostante il gip avesse rigettato la richiesta»
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«Da anni sono oggetto di procedimenti giudiziari conclusi da assoluzioni con formula piena perché 'il fatto non sussiste'. La Suprema Corte di Cassazione ha già evidenziato da parte della Procura di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri Gratteri 'un chiaro pregiudizio accusatorio' verso di me». Lo afferma, in una dichiarazione, l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.
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«Ancora una volta in questi giorni a fronte di un avviso di garanzia - aggiunge Oliverio - è stata divulgata la notizia falsa del mio arresto con l'aggravante mafiosa nonostante il gip li avesse rigettati. Il mio volto abbinato a 'ndrangheta, omicidio e traffici internazionali. La mia storia, la mia vita, il mio onore infangati. Un evidente tentativo di fermare il mio impegno politico. È ignobile, è indegno per il sistema giudiziario di un Paese civile. Chiedo che venga fatta chiarezza, ma su tutto. Anche sui metodi e 'sull'incontinenza divulgativa' della Procura di Catanzaro. Io non ho assolutamente nulla da nascondere».
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«In un Paese democratico - sostiene ancora l'ex presidente della Regione Calabria - non ci possono essere santuari intoccabili con licenza di condanna a 'morte civile' delle persone. Piuttosto vedo che la mia figura viene usata per fare scalpore a fini carrieristici. Le persone oneste che anche in Calabria sono la larga maggioranza non possono essere costrette a vivere in un clima di paura, stritolate tra ndrangheta e malagiustizia. Mi batterò finché avrò energie per l'affermazione di una giustizia sana, capace di contrastare davvero la criminalità organizzata. Quella giustizia praticata da tanti magistrati che senza ricorso ad inutili e dannosi polveroni servono quotidianamente lo Stato con sobrietà, lontano da show mediatici».