La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna inflitta all’ex sindaco di Marina di Gioiosa Jonica Rocco Femia. Dopo circa 10 ore di camera di consiglio i giudici della seconda sezione della Suprema Corte, accogliendo le richiesta della difesa (avv. Franco Coppi, con la collaborazione di Marco Tullio Martino), hanno disposto un nuovo processo d’Appello per l’ex primo cittadino gioiosano, accusato dalla Dda di associazione mafiosa e voto di scambio. «Il semplice appoggio dato da un’associazione mafiosa ad un soggetto impegnato in campagna elettorale – hanno rimarcato i legali - non costituisce prova della partecipazione del candidato all’associazione».

 

Annullamento senza rinvio perché il fatto non sussiste per gli ex amministratori comunali di Marina di Gioiosa Rocco Agostino, Vincenzo Agostino e Vincenzo Ieraci. In primo e secondo grado Femia fu condannato a dieci anni. Nei suoi confronti ora la Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio per un nuovo processo di secondo grado.

 

Le dichiarazioni del legale di Femia

Raggiunto telefonicamente l'avvocato Marco Tullio Martino del Foro di Reggio Calabria ha espresso tutta la sua soddisfazione per una battaglia legale certamente non ancora terminata per il suo assistito ma che sta - con questo annullamento - «rendendo giustizia ad un sindaco ingiustamente travolto da accuse che non gli appartenevano».

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L'avvocato Martino, che ha difeso in Cassazione il sindaco Femia in collaborazione con il legale Franco Coppi ed Eugenio Minniti del Foro di Locri, ci ha tenuto a sottolineare l'importanza del lavoro svolto dai colleghi che lo hanno preceduto nella difesa, gli avvocati Francesco Macri e Sandro Furfaro «che per primi - cita l'avvocato - sin dalle battute iniziali si erano prodigati per affermare un principio poi ancora cavalcato e documentato. Si è infatti da sempre sostenuto come pure essendoci un innegabile interessamento di tutta la comunità alle elezioni comunali, con contatti ed intercettazioni dunque anche con soggetti eventualmente facenti parte di contesti malavitosi, l'accusa non aveva mai saputo dimostrare l'elargizione di un solo appalto, di una concessione, ovvero di un solo finanziamento, diretto o anche solo indiretto, a qualsivoglia consorteria di riferimento. Con un imponente accesso agli atti al Comune di Marina di Gioiosa poi, come se non bastasse, sì sono depositati tutti gli atti compiuti dalla amministrazione della giunta Femia, dalle singole assegnazioni dirette di poche centinaia di euro a tutti gli appalti che erano stati comunque - sia sopra soglia che sotto soglia - sin dagli esordi, demandati dal sindaco alla stazione unica appaltante provinciale (SUAP) proprio per fugare ogni dubbio in ordine a possibili interferenze locali. Il tutto, al fine di dimostrare documentalmente quello che fin dal primo momento la difesa e tutti i testi avevano acclarato: ovverosia che mai nessuna controprestazione da parte della giunta comunale fosse mai stata compiuta in favore di qualsivoglia associazione. Anzi, dalla documentazione prodotta erano emerse demolizioni, sequestri e provvedimenti mirati, che avevano colpito proprio i beni immobili del sodalizio mafioso che si voleva considerare in realtà vicino alla giunta».


Questa notte alle 2 dopo dieci ore di camera di consiglio le sentenze di annullamento della seconda sezione.

L'operazione

Nel blitz denominato “Circolo Formato”, coordinato dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e dal pm Maria Luisa Miranda, finì in manette quasi tutta la Giunta eletta nelle amministrative dell'aprile 2008, che gli inquirenti ritengono "inquinate" dalle cosche. In seguito all'inchiesta il Comune di Marina di Gioiosa Jonica verrà sciolto per infiltrazioni della 'ndrangheta.