In 20 dovranno comparire il prossimo novembre dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro. Contestate estorsioni, atti intimidatori e usura a danni di esercizi commerciali
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Dovranno comparire il prossimo 8 novembre dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro i 20 indagati nell'ambito dell'inchiesta denominata Big Bang, istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzato, scattata lo scorso marzo contro i clan di Cutro e San Leonardo di Cutro. Tra i reati contestati associazione di tipo mafioso, usura, estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Il sostituto procuratore, Veronica Calcagno, ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di venti indagati:
- Alfonso Mannolo, 1939, San Leonardo di Cutro
- Dante Mannolo, 1968, Cropani
- Pietruccia Scerbo, 1975, Cutro
- Pietro Scerbo, 1947, Cutro
- Mario Scerbo, 1978, Crotone
- Martino Andrea Sirelli, 1978, Sellia Marina
- Mario Falcone, 1954, Cutro
- Leonardo Falcone, 1968, Cutro
- Leonardo Curcio, 1969, Torino
- Leonardo Trapasso, 1969, Cutro
- Tommaso Trapasso, 1978, Cutro
- Salvatore Macrì, 1968, Cropani
- Antonio Scicchitano, 1972, Botricello
- Giuseppe Talarico, 1985, Catanzaro
- Volodymyr Nemesh, 1989, Ucraina
- Moreno Bertucci, 1971, Sellia Marina
- Giuseppe Capicotto, 1974, Catanzaro
- Egidio Zoffreo, 1972, Cutro
- Giovanni Zoffreo, 1994, Botricello
- Fabio Mannolo, 1986, Crotone
L’indagine, diretta dalla Procura Distrettuale di Catanzaro e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, aveva preso avvio da due atti intimidatori consumati il 13 novembre 2018 in danno di altrettanti esercizi commerciali di Sellia Marina, davanti ai quali erano state posizionate delle taniche di benzina, ed è stata sviluppata attraverso indagini tecniche, servizi di osservazione e pedinamento, accertamenti patrimoniali e l’assunzione a sommarie informazioni delle persone offese.
Gli elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa hanno consentito di documentare gli assetti e l’operatività sul litorale ionico-catanzarese delle articolazioni territoriali delle locali di ‘ndrangheta di Cutro e San Leonardo di Cutro, facenti capo alle famiglie Mannolo, Scerbo, Zoffreo e Falcone interessate a imporre la propria presenza egemone sul territorio attraverso la commissione di una serie indeterminata di delitti, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo, finalizzati ad imporre il controllo sulle attività economiche.
Il collegio difensivo è composto tra gli altri dagli avvocati: Antonio Lomonaco, Gregorio Viscomi, Luigi Falcone, Francesco Gambardella, Giuseppe Fonte, Salvatore Iannone,