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CATANZARO"Tutti a processo". Il pm Antonello Tridico al termine della requisitoria ha confermato davanti al gup di Catanzaro la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati dell'Università della Calabria tra cui figurano studenti e personale di segreteria accusati a vario titolo di falso e introduzione abusiva nel sistema informatico dell'Ateneo. L'udienza è stata poi rinviata al 6 febbraio per il prosieguo delle discussioni dei difensori e il verdetto del gup. L'inchiesta "Centodieci e lode" è partita a seguito di una denuncia del preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Unical, Raffaele Perrelli, che nel corso di una seduta di laurea non riconobbe come sua la firma apposta su uno degli statini inseriti nel fascicolo di uno studente. Le successive e complesse investigazioni, che hanno richiesto anche numerose consulenze grafologiche, avrebbero poi svelato un presunto collaudato sistema utilizzato per favorire l'iter accademico di alcuni studenti. Ben 72 le lauree che, secondo le accuse, sarebbero state ottenute grazie a "falsi esami", e che quindi l'Unical decise di annullare. Erano 75, invece, gli iniziali indagati che, dopo l'avviso di conclusione indagini sono diventate 61: l'Ufficio di procura ha chiesto l'archiviazione per 14 persone. Quando il procedimento approdò davanti al gup venne sollevata l'eccezione sulla competenza territoriale; il giudice per le udienze preliminari del capoluogo aveva ritenuto che spettate al distretto giudiziario di Cosenza decidere nel merito, il pm Tridico, titolare delle indagini propose ricorso in Cassazione. La Suprema corte gli diede ragione, l'inchiesta sulla presunta falsificazione di esami avvenuta alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Unical spetta al giudice distrettuale di Catanzaro.