Grande allarme tra i residenti per le conseguenze dei fumi che si sono sprigionati dal rogo di rifiuti plastici. Fiamme non ancora completamente domate. Il sindaco Scarcella: «Siamo in collegamento con la ProCiv e attendiamo indicazioni»
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Gioia Tauro, nella notte, è stata investita in pieno dalla nube sprigionata dall'incendio sviluppatosi nel pomeriggio di sabato presso il piazzale di stoccaggio dei materiali plastici della Poly2oil (impianto dove vengono conferiti i rifiuti dalla raccolta differenziata) in località Pontevecchio di Palmi.
Il fumo nero del primo giorno si è trasformato in un velo vaporoso grigiastro, che rende l’aria irrespirabile. La nube si sta spostando nei vari territori della Piana con il favore del vento, e da questa notte a farne le spese è toccato ai cittadini di Gioia Tauro. La puzza, dalle ore 2:00 circa, si è accentuata e chi è stato tempestivo ha chiuso le finestre, preferendo il male minore: il caldo. I residenti della città del Porto questa mattina si sono risvegliati con la foschia maleodorante che avvolgeva le case e graffiava gola e occhi.
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La preoccupazione per la salute accresce tra i residenti di tutto il comprensorio. Qualcuno inizia ad andare in giro indossando la mascherina protettiva. I cittadini sono stati prontamente invitati dalle amministrazioni comunali (come ha fatto quella di Gioia Tauro) a prendere precauzioni per evitare i possibili effetti della grosse nube. La presenza nell’aria di sostanze tossiche è un’eventualità tutta da verificare, ovviamente. Ma gli abitanti delle zone investite dalla criticità chiedono lumi sull’accaduto e reclamano tempestive analisi sulla qualità dell’aria.
«Siamo in collegamento con la Protezione civile regionale e attendiamo indicazioni che ci vengono date in corso di situazioni di grande emergenza - riferisce la sindaca di Gioia Tauro Simona Scarcella, contattata telefonicamente -. Siamo in contatto con tutti i sindaci della Piana per valutare eventuali provvedimenti da adottare. Si tratta di situazioni emergenziali legate anche a variazioni di fattori climatici i cui esisti non sono immediatamente prevedibili».
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Le operazioni di spegnimento del rogo stanno durando a lungo, a causa della tipologia dei materiali che hanno preso fuoco. Forze dell’ordine e vigili del fuoco lavorano senza sosta fin da subito. Ieri anche un elicottero ha fornito il proprio contributo, facendo la spola tra il mare e il luogo del rogo, che in giornata si spera possa essere definitivamente estinto.
«Un disastro ambientale di vaste proporzioni, come quello sviluppatosi in questi giorni a seguito dell'incendio (doloso?) dei rifiuti differenziati della Poly2Oil srl, sita in località Pontevecchio di Palmi, non si era mai visto in passato – afferma l’ex sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio -. La cabina di regia tra la Prefettura di Reggio Calabria, i vigili del fuoco, la protezione civile, l'Arpacal e tutti i comuni interessati, deve servire non solo per meglio organizzare tutti gli interventi necessari per spegnere immediatamente l'incendio, ma anche per fornire alle popolazioni interessate tutte le informazioni utili e necessarie in termini di prevenzione a salvaguardia della salute, quali l'uso obbligatorio delle mascherine all'aperto o la chiusura degli infissi di casa in determinate fasce orarie».
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Ancora non si conoscono le cause dell’incendio, ma l’ex primo cittadino di Gioia Tauro avanza delle ipotesi: «L'incendio potrebbe essere stato causato anche di natura dolosa e finalizzato alla necessità che potrebbe avere la 'ndrangheta di mettere le mani sulla filiera della gestione dei rifiuti e in particolare sul conferimento della raccolta differenziata e degli ingombranti. Adesso servono precise indicazioni che i sindaci, attraverso una consultazione con la cabina di regia, dovrebbero dare immediatamente e periodicamente alle popolazioni amministrate, anche attraverso apposita ordinanza, per imporre l'uso delle mascherine all'aperto o l'orario di chiusura di tutti gli infissi delle civili abitazioni in determinate fasce orarie della giornata in funzione dello spostamento della nube tossica».
In conclusione, l’ex sindaco raccomandata: «Il problema non si risolverà con lo spegnimento dell'incendio, seppur importante, ma bisognerà seguire attraverso l'Arpacal le particelle tossiche che rimarranno sospese nell'aria per parecchio tempo. Infine, assieme alla cabina di regia, bisognerà subito porsi il problema dove conferire nei prossimi giorni la raccolta differenziata e il materiale ingombrante».
Il garante della Salute: «Si istituisca un tavolo di concertazione interstituzionale»
Il garante della Salute calabrese Anna Maria Stanganelli ha richiesto un «Tavolo di concertazione interstituzionale e informazioni per emergenza Nube Tossica Piana di Gioia Tauro, in seguito ad incendio sviluppatosi nel sito Poly2Oil, località Ponte Vecchio di Palmi».
Il documento è indirizzato al presidente della Regione Calabria, al sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, al procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, al Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, al Comando Provinciale Finanza Reggio Calabria, al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, al Signor Questore di Reggio Calabria e al Dipartimento Protezione Civile Regione Calabria.
Nella richiesta si legge: «Alle autorità in indirizzo, ciascuna per le proprie competenze, di volere predisporre tutti gli atti necessari affinché i cittadini possano essere resi edotti circa: l’andamento del fenomeno; la tipologia di sostanze sprigionatesi nell’aria; i comuni interessati dalla nube tossica; gli effetti a medio e lungo termine di tale emergenza e di come si intende eventualmente contenerli. Le unità di crisi eventualmente istituite all’interno dei singoli Comuni interessati dall’emergenza; e di voler: predisporre un vademecum per formare e informare il cittadino circa il corretto comportamento da seguire in casi come quello verificatosi in località Ponte Vecchio; avviare un monitoraggio aria/suolo/acqua ad evidenza pubblica, per rispondere alle preoccupazioni circa un’eventuale legame tra i roghi sprigionatisi dai rifiuti e ed eventuali patologie; provvedere ad un’analisi delle sostanze bruciate e immesse nell’atmosfera, calcolandone la dispersione e la ricaduta nei territori interessati e riportando una mappatura con l’esito di tale studio, indicando le aree di maggiore criticità, in particolar modo quelle destinate alle colture e/o al pascolo; procedere alla convocazione di un tavolo tecnico di concertazione interistituzionale presso la Prefettura di Reggio Calabria con tutti gli attori coinvolti, che possa fungere da cabina di regia per individuare modalità e strategie d’intervento a salvaguardia del diritto alla Salute. Accertare eventuali responsabilità circa la natura dell’incendio».