Salme dissequestrate e restituite alla famiglia a un anno dal rogo nel quale persero la vita le tre vittime. I feretri tumulati dopo una messa in suffragio celebrata nella cappella cimiteriale
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L’arrivo dei feretri nella cappella cimiteriale apre uno squarcio in quelle piaghe grondanti di dolore, solo temporaneamente anestetizzate dall’incessante trascorrere del tempo. Ma davanti ai corpi di Roberto, Antonio e Serafina, finalmente pronti per essere degnamente sepolti, la comunità piomba nuovamente nell’incubo di quelle ore drammatiche, di quel rogo assassino che il 18 agosto scorso divorò l’abitazione dei malcapitati proprio di fronte al Duomo, nel cuore del centro storico di Cosenza.
Salme dissequestrate dalla magistratura
I loro resti sono rimasti a lungo sotto sequestro, nella speranza di poter ricostruire la sequenza degli eventi. Ma dall'indagine giudiziaria non sono affiorati elementi utili a capire. Quali siano state le cause scatenanti dell’incendio rimane un mistero. Adesso che i magistrati hanno restituito le spoglie alla famiglia, il parroco della Cattedrale, don Luca Perri, ha celebrato una messa in suffragio dei tre defunti: di Antonio Noce, del nipote Roberto Golia e di Serafina Speranza. I funerali erano stati officiati nel mese di settembre dal padre Arcivescovo, monsignor Francesco Nolè, ma senza le salme.
Loculi messi a disposizione dalla Curia
La comunità parrocchiale del centro storico è tornata a stringersi attorno ai familiari delle tre vittime. Riposeranno in pace nei loculi messi a disposizione dalla Curia. Intanto nessuna verità è emersa dall’inchiesta, ancora aperta e nelle mani della procura. Non sappiamo se dietro la tragedia vi sia stato il gesto omicida di qualche sconsiderato o la fatalità. E forse, non lo sapremo mai.
Salvatore Bruno