VIDEO | I dati riferiti dal garante dei diritti delle persone detenute fotografano un quadro estremamente allarmante. Il sovraffollamento in alcuni istituti tocca anche punte del 200%. Astensione dei penalisti italiani per richiamare l'attenzione del Governo sul tema
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Sono stati 4 i suicidi in carcere in Calabria nel 2023, uno solo nel 2024. Tra l'ultimo dello scorso anno e il primo di quello in corso è trascorso solo un mese. Sono i dati forniti dal garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia, intervenuto questa mattina alla conferenza stampa indetta dalla Camera penale di Catanzaro nell'ambito dell'astensione dei penalisti italiani prevista per la giornata odierna per chiedere maggior attenzione sul tema della tutela dei diritti della popolazione detenuta.
«I dati che dovrebbero però allarmare sono relativi agli eventi critici relativi al 2023 e all'inizio del 2024 ai tentativi di suicidi e agli atti di autolesionismo» ha chiarito il garante regionale. «Nel periodo tra gennaio ad oggi abbiamo avuto - ha sottolineato ancora - 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni ai danni di agenti della polizia penitenziaria. Sono sati che confermano i dati del 2023 che parlano di circa di 12 tentativi di suicidi al mese, ne abbiamo avuti durante tutto l'anno 146 totali».
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«Siamo in una situazione drammatica e di emergenza, aggravata dalla condizione di detenzione relativamente al fenomeno del sovraffollamento e una carenza endemica di organici sia della polizia penitenziaria, dei medici e dei mediatori culturali». Il garante si è poi soffermato sulle condizioni delle carceri calabresi: «Ci sono criticità tipiche» ha aggiunto. «La presenza di schermature in plexiglass su alcune finestre delle stanze detentive negli istituti penitenziari di Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria e l'assenza di docce all'interno dei bagni delle camere detentive in molti istituti e, in particolare, a Castrovillari dove non sono presenti in nessuna zona dell'istituto».
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Il garante ha chiarito che gli eventi critici includono i suicidi, i tentati suicidi, atti di autolesionismo, proteste e aggressioni nei confronti del personale. Una emergenza che è posta alla base dell'astensione dei penalisti italiani e calabresi. «Questo è l'epilogo di un percorso che l'unione delle Camere penali sta portando avanti per il rispetto e la difesa dei soggetti in esecuzione di una pena» ha chiarito il segretario della Camera penale di Catanzaro, l'avvocato Orlando Sapia. «L'Italia ha un problema cronico. A distanza di 10 anni dalla sentenza che ha condannato l'Italia per trattamento inumano la situazione non è cambiata perché i tassi di sovraffollamento sono ancora attorno al 110% in media. In alcuni istituti si toccano anche picchi del 200% e ciò confligge con i diritti che i soggetti in stato di detenzione hanno».
«I detenuti oggi hanno superato le 60mila unità e siamo arrivati alla stessa situazione che si determinò quando la Corte condannò l'Italia per trattamento inumano dei detenuti. Il problema del sovraffollamento è strettamente collegato alle politiche governative» ha aggiunto il vicepresidente della Camera penale, l'avvocato Alessandro Guerriero. «Si è arrivati a questa situazione soprattutto a causa della mancata applicazione della riforma in tema di esecuzione penale. In carcere molto spesso ci finiscono i più deboli, e il sistema penitenziario è diventato un selettore di disperazione».