In merito al nostro articolo di ieri, che dava conto delle dimissioni (sino a quel momento non note alla pubblica opinione) del segretario generale dell’Autorità di sistema portuale di Tirreno meridionale e Ionio, Pietro Preziosi, dal diretto interessato riceviamo e pubblichiamo: 

«Sono stupito e indignato dalla ricostruzione di fantasia, del tutto gratuita e fuorviante, delle motivazioni sottese alle mie dimissioni che ho presentato ieri l'altro al Presidente Agostinelli. Nessun collegamento con la vicenda Anac, che ha richiesto - come da prassi - una relazione circa l'avvicendamento fra responsabili anticorruzione dell'Ente, le cui motivazioni sono semplicemente tecniche e ben chiare nel relativo provvedimento emesso dell'Autorità di sistema portuale. Non c'è nessun legame, nessuno, fra le mie dimissioni e la vicenda Scarcella, i cui atti sono in Procura e dei quali non intendo - pertanto - occuparmi.
Ribadisco con forza e senza alcun timore di essere smentito, che ho rimesso il mio mandato nelle mani del Presidente solo ed esclusivamente come assunzione di totale responsabilità del ritardo con il quale sono stati forniti ai membri dell'Organismo di partenariato della risorsa mare, un consesso consultivo previsto dalla legge 84/1994, i documenti relativi all'ordine del giorno della riunione che, poi, si è tenuta ieri, ritardo che ha mosso due - due - dei 14 componenti dell'Organismo, Unindustria Calabria (Ing. Vecchio) e Uniport (dott. Ferrandino) a muovermi tanto inaccettabili quanto pesanti censure e accuse, che probabilmente non meritavo, tutto considerato.
Le email che ho inoltrato al Presidente Agostinelli sono lí a dimostrarlo e lo stesso Presidente lo ha dichiarato a chiare lettere ma evidentemente la vostra furia iconoclasta non vi ha fatto desistere da ricostruzioni avventate, fantasiose e destituite di ogni fondamento. Se questo è il modo corretto di fare informazione...».

La replica del vice direttore di LaC News24 e autore dell’articolo Enrico De Girolamo

Gentile segretario generale, rispondo innanzitutto alla sua ultima domanda retorica. Sì, è questo il modo corretto di fare informazione senza assecondare le recondite aspettative dei protagonisti di una vicenda che abbia rilevanza giornalistica. Abbiamo dato conto delle sue dimissioni, che ancora non erano note quando abbiamo pubblicato il pezzo. E abbiamo dato conto del fatto che le sue dimissioni siano state consegnate nelle mani del presidente dell’Autorità di sistema portuale, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, all’indomani (in senso letterale) della censura notificata dall’Autorità nazionale anticorruzione che ha mosso precise e circostanziate obiezioni sulla rimozione da responsabile della trasparenza dell’avvocato Simona Scarcella. 
Il nesso temporale tra la strigliata che lei ha subito dall’Anac con una delibera firmata addirittura dal presidente dell’Autorità, Giuseppe Busia (il successore di Raffaele Cantone) e la rinuncia al suo mandato, è talmente risicato, appena poche ore, da creare un collegamento oggettivo tra le due circostanze. Ma siccome non sempre due più due fa quattro, abbiamo contattato il suo presidente, Agostinelli, che ha innanzitutto confermato le sue dimissioni e ha poi avuto modo di spiegare che lei non era andato via per il “caso Scarcella”, dichiarazioni che nel nostro articolo sono state riportate fedelmente e che oggi lei ha la possibilità di ribadire ulteriormente nella replica che ospitiamo. Resta la coincidenza temporale, che è un dato di fatto. Dunque, nessuna “furia iconoclasta”. Solo giornalismo.