VIDEO | La presentazione in riva allo Stretto del dossier “La Calabria, le Calabrie, storie di illegalità, percorsi di impegno” in vista di Contromafiecorruzione in programma dal 18 al 20 ottobre presso la Scuola di Polizia di Vibo Valentia
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Presentato presso la sede di Libera a Reggio, il dossier “La Calabria, le Calabrie, storie di illegalità, percorsi di impegno”. Così Il percorso verso Contromafiecorruzione, l’evento nazionale di Libera che approda in Calabria, presso la Scuola di Polizia di Vibo Valentia, dal 18 al 20 ottobre, ha fatto tappa anche in riva allo Stretto. Il report fotografa l’impatto della cosiddetta variante criminalità, una sorta di long covid innervatosi nel sistema durante la pandemia, sul Paese. Dopo la tappa crotonese, ieri quella reggina presso la sede di Libera, prima dell’appuntamento a Catanzaro del 14 ottobre.
Il report
Libera ha elaborato i dati (fonte Servizio Analisi Criminale - Direzione Centrale Polizia Criminale del Ministero Interno) relativi ad alcuni reati spia (usura, estorsione, riciclaggio di denaro, truffe e frodi informatiche), alle interdittive antimafia e alle segnalazioni sospette fornite dall’Unità di informazione Finanziaria della Banca d’Italia, ovvero di quelle condotte che riflettono in sé il pericolo di infiltrazione mafiosa.
Reati spia in crescita: Cosenza prima
Il dato complessivo dei reati spia in Calabria (usura, estorsione, riciclaggio denaro, reati informatici, truffe e frodi informatiche) per il biennio 2022-2023 raggiunge la cifra di 16.322, con un incremento del 18% rispetto al numero di reati spia del biennio prepandemico 2018/2019, quando erano 13.836.
A livello provinciale, nel 2023, la provincia con il maggior numero di reati spia, prima è Cosenza con 2.636 reati, segue Reggio Calabria con 2.588 segue, nonostante il calo dell’1% rispetto al 2022, e poi Catanzaro con 1.664.
Interdittive antimafia in diminuzione soprattutto a Catanzaro
Erano 720 nel biennio prepandemico 2018/2019, mentre sono 538 nel biennio long covid 2022/2023. Reggio continua a primeggiare. Nel 2023 in Calabria sono state emesse 265 interdittive antimafia, con un calo del 3% rispetto al 2022, quando erano 273. La provincia con il maggior numero di provvedimenti resta Reggio Calabria, con 75 interdittive, otto in più rispetto al 2022. La riduzione più marcata si registra a Catanzaro (da 130 a 21, -83,81%).
Le segnalazioni sospette diminuiscono ma a Reggio restano le più numerose
Nel biennio long covid 2022/2023, le segnalazioni sospette hanno raggiunto complessivamente la cifra di 8.059, con un aumento del 46% rispetto al biennio prepandemico 2018/2019, quando erano 5.508. Ciò nonostante, un calo nel 2023 del 4,6% nelle segnalazioni sospette dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia (3.934 nel 2023 a fronte di 4.125 nel 2022). A livello provinciale, nel 2023, il maggior numero di segnalazioni sospette proviene dalla Provincia di Reggio Calabria, con 1.147 casi (rispetto alle 1377 del 2022), seguita da Cosenza con 1.119. Aumentano le segnalazioni nella provincia di Crotone (674 nel 2023 rispetto a 608 nel 2022).
Truffe e frodi informatiche in crescita soprattutto a Vibo
Per quanto riguarda le truffe e le frodi informatiche, nel 2023 sono stati registrati 7.291 reati, con un incremento del 6,7 % rispetto al 2022. La provincia di Cosenza con 2.343 casi è avanti a Reggio con 2.231 e a Catanzaro con 1477, mentre con 271 casi è Reggio la provincia più esposta in regione per numero di delitti informatici, nonostante siano diminuiti rispetto al 2022 (346).
In termini percentuali, la provincia di Vibo Valentia è quella che ha registrato il maggior aumento di reati rispetto al 2022, con un incremento del 14%. Cala, invece, il numero di reati legati ai delitti informatici: in Calabria, nel 2023, sono stati registrati 628 reati, rispetto ai 795 del 2022.
Sensibile calo dei reati contro la pubblica amministrazione
Nel 2023, i reati contro la pubblica amministrazione (peculato, concussione, corruzione, abuso d’ufficio - quest’ultimo recentemente abrogato dal legislatore) sono diminuiti: 96 reati rispetto ai 134 nel 202,2 con un calo del 28%.
Beni confiscati e il deficit di trasparenza soprattutto a Vibo
In Calabria, su un totale di 1676 immobili in gestione presso l’Anbsc, 1954 immobili sono già destinati a pubbliche amministrazioni e soggetti gestori nel mondo non profit e della cooperazione. 255 aziende sono attualmente in gestione presso l’Anbsc e 164 sono già destinate a processi di liquidazione o vendita.
In Calabria su 133 comuni monitorati destinatari di beni immobili confiscati, nonostante la domanda di accesso civico avanzata da Libera, il 50% dei comuni non pubblicano l’elenco sul loro sito internet. Il primato negativo spetta ai comuni della Provincia di Vibo Valentia dove su 20 comuni destinatari di beni confiscati, ben 13 non pubblicano l’elenco; non va meglio nel crotonese Crotone dove su 11 comuni sono 5 pubblicano elenco, segue la Provincia di Cosenza con 7 comuni che non pubblicano sui 19 complessivi e la Provincia di Reggio Calabria con 33 comuni che non pubblicano sui 67 destinatari di beni confiscati. Per i comuni della Provincia di Catanzaro su 16 comuni, la metà sono inadempienti.
La Calabria in movimento
Più di 150 iniziative, tra incontri, manifestazioni, mobilitazioni. 80 scuole di ogni ordine e grado. 180 docenti. Oltre 5000 studenti calabresi raggiunti attraverso programmi educativi. 50 campi di Estate Liberi organizzati con la partecipazione di oltre 1000 giovani. Libera si è costituita parte civile in 18 processi contro la ‘ndrangheta in Calabria e Centro-Nord. Più di 15 iniziative e incontri di dialogo nelle Case Circondariali di Crotone e Vibo Valentia.
La presentazione presso la sede di Libera Reggio
«Un’occasione per discutere dei dati emersi dal report e per registrare ancora una volta la necessità di calibrare gli interventi e il nostro impegno quotidiano per contrastare un’organizzazione criminale di cui la pandemia ha solo manifestato la grande capacità di conservazione e al contempo di trasformazione che possiede». Così Elena Crucitti, referente provincia di Reggio Calabria che ha introdotto l'incontro.
La Calabria delle interdittive antimafia e quella delle esperienze di impegno
«Il report – ha spiegato Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera in Calabria - ha l’obiettivo di far conoscere le varie facce della Calabria, quella quella oscura ma anche quella luminosa e coraggiosa che si muove, che non delega, che si assume impegni e responsabilità. In particolare il report ha analizzato alcuni dati, mettendoli a confronto con quelli del biennio 2018 -2019, dunque il periodo prepandemico. Un'analisi utile a descrivere con i numeri dei reati spia, quali riciclaggio, usura e delitti informatici, come abbia agito e impattato sul Paese la cosiddetta variante criminalità. In particolare dal report emerge un incremento del 18% proprio dei reati spia e una diminuzione delle interdittive antimafia in Calabria.
Ma, come dicevo, non solo il lato scuro ma anche quello della Calabria in movimento con oltre 150 iniziative realizzate nel biennio 2023 2024 e oltre 5000 studenti coinvolti in tutta la Calabria. C’è una Calabria positiva, dunque, che certamente avrà l’opportunità di raccontarsi in occasione della tre giorni che si terrà presso la scuola di Polizia di Vibo Valentia, in occasione dell'evento nazionale di Libera Contromafiecorruzione.
Tre giorni di riflessione, incontri, lavori di gruppo - ha proseguito Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera in Calabria - per una nuova proposta di rinnovamento dei percorsi, dei linguaggi e degli strumenti legislativi alla luce di una pandemia che ha rappresentato un’ulteriore occasione di rafforzamento della criminalità organizzata della Calabria, dotata di una grande capacità di adattamento ai contesti socio economici del nostro Paese. Ma anche una preziosa occasione per portare in evidenza le tante esperienze positive promosse. L'auspicio è che, attraverso questo evento di portata nazionale, si possa alimentare una narrazione diversa della nostra regione. Cinque saranno i panel: Per una contronarrazione della Calabria: il ruolo dell’educazione e dei movimenti; Donne e ‘ndrangheta: violenza, organizzazione, ricerca di strade di liberazione; Economie criminali, economie libere dalla criminalità; Il ruolo della Chiesa nel contrasto alla ‘ndrangheta: da don Italo Calabrò, nella cui casa stiamo adesso parlando, a Papa Francesco, nel decennale della scomunica dei mafiosi sulla piana di Sibari; Migrazioni, da crisi a opportunità: le porte del Mediterraneo e i “modelli” di sviluppo.
Quella di Vibo Valentia rappresenta, dunque, un’occasione da non perdere». Così Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera in Calabria.
Il long covid, la variante Criminalità e la domanda di mafia
«Ricordiamo – ha spiegato Francesco Donnici, giornalista de La Via Libera e dottorando in studi sulla Criminalità Organizzata presso l’università di Milano - che nel 2020 la Dia parlò di welfare alternativo descrivendo il modus operandi della ‘ndrangheta e delle mafie sul territorio. Pensiamo ai ritardi nei ristori alle aziende e alla loro difficoltà di rimanere sul mercato. Attraverso il report abbiamo elaborato una metafora quella del Long Covid per spiegare come determinati effetti e come determinati modi di agire della criminalità organizzata, soprattutto sul territorio calabrese e quelli che potremmo definire i territori tradizionali, si siano oggi in parte sedimentati.
Centrale nella nostra analisi è stata la definizione di variante criminale che ha inquinato il mercato e che soprattutto ha permeato a tal punto gli operatori economici che oggi non si parla più di infiltrazione ma di vera e propria domanda di mafia da parte degli imprenditori.
Per rispondere alla criminalità organizzata prima di tutto si deve intervenire sul piano dei diritti sociali. Libera ha preso posizione su una serie di temi che sono alla base dell’agenda governativa attuale pensiamo all’autonomia differenziata, al ddl Nordio e al decreto Cutro. Libera ha fatto sentire la sua voce ha voluto spiegando che c’è un tempo per la repressione e c’è un tempo per la prevenzione e per il riconoscimento dei diritti sociali.
Uno scenario che ci invita a riflettere non soltanto sul potere della mafia ma anche sulle mancanze istituzionali che abbiamo registrato purtroppo durante il periodo del Covid e che vediamo continuare a dispiegare gli effetti soprattutto sulle categorie più vulnerabili». Così ha concluso Francesco Donnici, giornalista de La Via Libera e dottorando in studi sulla Criminalità Organizzata presso l’università di Milano.